Otto persone che manifestavano contro il governo nello stato di Rakhine, in Myanmar, sono state uccise dalla polizia.

Lo afferma Amnesty International.

''L'uccisione di almeno otto dimostranti mostra ancora una volta il disprezzo per la vita umana da parte delle forze di sicurezza di Myanmar - commenta James Gomez, direttore di Amnesty International per l'Asia sudorientale e il Pacifico -. Anche se i manifestanti stavano lanciando sassi e mattoni, aprire il fuoco su una folla di migliaia di persone è ingiustificabile. Si tratta di un caso evidente di uso eccessivo della forza, in violazione del diritto alla vita''.

''Su questo grave episodio è necessario che le autorità di Myanmar avviino indagini indipendenti e portino i responsabili di fronte alla giustizia. Fin troppo spesso le forze di polizia locali non vengono processate per le violazioni dei diritti umani da loro commesse e questo non fa altro che alimentare il clima d'impunità e di violenza'', ammonisce.

''Le autorità di Myanmar sono abituate da lungo tempo a ricorrere a ogni mezzo necessario per stroncare il dissenso. È giunto davvero il momento - conclude - che le forze di polizia siano addestrate al ricorso a metodi non violenti di controllo dell'ordine pubblico. Soprattutto, le autorità dovranno assicurare che la polizia abbia a disposizione strumenti non letali da usare quando strettamente inevitabile''.

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata