"Se c'è una musica che si avvicina alla perfezione e a Dio è quella di Johann Sebastian Bach, che in Germania viene chiamato il Quinto Evangelista" ha dichiarato il pianista iraniano adottato dall'Italia, durante la lectio magistralis per l'inaugurazione del 456esimo anno accademico dell'Università di Sassari.

Grande esperto di Bach, al quale ha dedicato alcune pubblicazioni (l'ultima si intitola "Nonno Bach") Bahrami non ha suonato il pianoforte, ma ha spiegato perché la musica del genio tedesco senza tempo, valida ieri, oggi e domani.

"È una musica senza confini di tempo, geografici e di classe, perché scriveva per tutte le categorie sociali, come Giuseppe Verdi. È stato anche un grande improvvisatore, come raccontato dai suoi figli e in questo senso si può dire che è stato il primo jazzista. Gli devono molto anche il jazz, il prog rock, e tanti altri generi. Persino Eminem, artista che stimo, ha utilizzato in un suo brano (Brainless) una porzione della Toccata e Fuga in re minore. La sua musica dipinge i sentimenti ed è fatta per essere interpretata in maniera sempre fresca".

Bahrami si è soffermato poi sulla grande lezione impartita da Bach con la sua musica: "Bach nelle suite aveva trovato spazio per il mondo lontano dall'Europa, Medio oriente, Cina. Ha saputo mettere dentro tutta l'Europa quando ancora non c'era un'idea di Europa. Insegna il dialogo, il rispetto della differenza: io ho sangue russo, tedesco, ma soprattutto iraniano: l'impero persiano ospitava 80 razze ed etnie differenti senza conflitti e schiavi, tutte le voci si parlavano senza paura, oggi non si ascolta, si parla sopra gli altri in una cacofonia peggio di alcune composizioni di Stockausen".

E ancora: "Il contrappunto come dialogo di voci diverse è un insegnamento quanto mai attuale in questo momento. Abbiamo paura delle differenze, dello straniero. Bach ha mostrato che le voci sono tutte necessarie, e non c'è scritto che debbano essere tutte uguali, ma che melodie diverse possono essere d'accordo".
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