L'ultima promessa, la richiesta da parte delle Regione a Roma di una deroga alla legge Brunetta che gli consentirebbe di essere inquadrati tutti e 270 dentro Laore, è di dicembre.

"Da quel momento non sappiamo più niente. Abbiamo letto, però, sul sito istituzionale della Regione le dichiarazioni dell'assessore alla Programmazione Raffaele Paci che afferma di essere impegnato in un progetto, in fase avanzata, di riunificazione Ara-Apa che porterà alla costituzione di un nuovo e non meglio identificato organismo".

Di fronte a questa ulteriore preoccupazione, i lavoratori dell'Ara Sardegna, l'associazione regionale degli allevatori, tornano in piazza, sotto il Consiglio regionale di via Roma a Cagliari, per manifestare contro l'inerzia della Regione "che si rifiuta di applicare la legge 3 del 2009 che riconosce il nostro passaggio all'interno di Laore", spiega Paola Naitana, portavoce del "Comitato sit-in" che dalla scorsa primavera protesta con una manifestazione ogni mese contro la mancata applicazione della legge.

Da oltre 30 anni, infatti, questi lavoratori (veterinari, agronomi, tecnici di laboratorio e pochissimi amministrativi) assicurano la qualità del latte e delle carni degli allevamenti sardi. E nonostante siano pagati dalla Regione (14 milioni di euro sono le risorse che la Regione trasferisce a Laore per far funzionare Ara Sardegna), attendono di essere inquadrati come dipendenti regionali dentro Laore (così stabilisce infatti la legge del 2009).

"Andiamo nelle campagne da 30 anni, facciamo assistenza tecnica con tante ore di formazione che consentono agli allevatori di beneficiare dei premi comunitari e i consumatori di essere sicuri sulla qualità del latte e della carne. La Regione ripete che riconosce l'importanza del nostro ruolo ma continua a non applicare la legge", spiega Giuseppe Lai, veterinario Ara Sardegna.
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