"I casi accertati della patologia sono in linea curva epidemiologica della meningite in Sardegna dal 2011 al 2017 (con maggiore concentrazione nei mesi invernali) ed è quindi fuorviante parlare di epidemia".

Questa la precisazione delle direzione ATS-ASSL di Lanusei, dopo il caso di Luca Pisano, il 19enne di Tortolì morto proprio all'ospedale di Lanusei per meningite.

La direzione sanitaria ha anche illustrato le azioni intraprese nell'ambito della profilassi, in seguito alla tragica vicenda, e a chi solitamente sono rivolte.

"I contatti più stretti del ragazzo sono stati individuati dal personale del Servizio di Igiene pubblica della ASSL di Lanusei e sottoposti a profilassi antibiotica", spiega la nota. "La vaccinazione è sempre opportuna per chi desidera proteggersi dai rischi della meningite: si tratta quindi di una scelta consigliata in ogni caso che niente ha a che vedere con la vicenda del giovane di Lanusei per il quale sono state già attivate tutte le procedure di sorveglianza finalizzate a escludere contagi".

Ancora: "Si ricorda che per 'contatto stretto' si intendono coloro che che hanno frequentato regolarmente (quotidianamente) il paziente, i conviventi (coloro che condividono con il paziente la stessa abitazione), partner sessuali, compagni di classe, compagni di lavoro che condividono la stessa stanza, operatori sanitari esposti. Inoltre il periodo di contatto per cui è necessaria la profilassi (10 giorni precedenti il manifestarsi della patologia) è trascorso e dunque le possibilità di contagio sono ormai remote".

Poi la rassicurazione: "Chi ha avuto solo contatti indiretti con il paziente non deve sottoporsi a profilassi antibiotica. Può però informare il proprio medico curante per avere informazioni o in presenza di sintomi quali febbre alta e cefalea".

(Unioneonline/l.f.)

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