La notte di Capodanno, a Milano, è scattato un allarme che ha tenuto sotto scacco i reparti antiterrorismo di tutte le forze dell'ordine.

Tutto è partito, ricostruisce il Corriere, dalla telefonata del proprietario di un albergo meneghino ai carabinieri. A insospettirlo, la prenotazione di tre persone a nome di un giovane marocchino, per il 29 dicembre.

Gli ospiti non si erano ancora presentati e lui aveva sentito la necessità di avvertire le forze dell'ordine: "Nell’albergo di fronte avremo un’enorme festa per il veglione, con sale trasformate in discoteca e 5mila persone che balleranno fino all’alba. Non vorrei ci fosse qualche pericolo...".

Gli elementi sono bastati per avviare la macchina della sicurezza: subito è emerso che il cittadino marocchino era stato segnalato dalle autorità francesi perché, nel 2016, era stato coinvolto in un'indagine su una cellula islamista.

Le ore che sono seguite sono state concitatissime: le informazioni sono state condivise con i massimi vertici dell’antiterrorismo a Roma, la prefettura, la Digos della questura e con i funzionari dell’Aisi, l’Agenzia informazioni e sicurezza interna.

Messa in moto anche l'Api (Aliquota di pronto intervento), una squadra di carabinieri addestrati in modo specifico per gestire il caso di una offensiva in città.

L'allerta è terminata solo all'alba, quando la festa è finita, ma le indagini continuano.

(Unioneonline/D)
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