Fabio Savi ha lasciato il carcere cagliaritano di Uta, dove era detenuto, e si è trasferito a Bollate (Milano), nella stessa casa di reclusione dove sta scontando l'ergastolo il fratello Roberto.

Tornano vicini dunque i due fratelli, entrambi appartenenti alla famigerata banda della Uno Bianca, che tra il 1987 e il 1994 seminò il terrore in Emilia Romagna e nelle Marche, uccidendo 24 persone e ferendone 102. Tutti e due stanno scontando una condanna all'ergastolo.

A darne notizia, proprio alla vigilia della commemorazione dell'eccidio del Pilastro, in cui la banda uccise tre carabinieri poco più che ventenni a Bologna, è il legale di Fabio Savi: "Il mio assistito ha fatto la richiesta di trasferimento ed è stata accolta, ma da quello che mi risulta i due fratelli non si trovano nella stessa sezione".

Fabio Savi aveva intrapreso uno sciopero della fame nel carcere di Uta: voleva un pc per poter scrivere libri, voleva poter svolgere un lavoro per mantenersi, tutte cose non consentite a Uta.

LE POLEMICHE - "Purtroppo è successo, ora sono nello stesso carcere a farsi compagnia", è l'amaro commento di Rosanna Zecchi, moglie di Pino, prima vittima della banda e presidente dell'associazione delle vittime. "È una cosa molto grave - continua - la gente non ha tenuto conto che due delinquenti di quella risma lì non dovrebbero stare insieme". E ancora: "Io li ho visti in tribunale, nessuno di loro si è pentito: avevano il sorriso sulle labbra e chissà, forse ci schernivano".

(Unioneonline/L)
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