La Commissione europea ha fatto scattare - per la prima volta nella storia dell'Unione - la procedura per avviare le sanzioni dell'articolo 7 del Trattato dell'Ue, per il rischio di violazione grave allo stato di diritto, in Polonia, guidato dal partito nazionalista Legge e Giustizia.

Lo ha annunciato il vicepresidente vicario della Commissione Frans Timmermans, che ha ricordato in conferenza stampa i numerosi inviti al dialogo rivolti da Bruxelles negli ultimi due anni al governo polacco .

"Purtroppo le nostre preoccupazioni si sono approfondite. Negli due ultimi anni sono state adottate 13 leggi che mettono a rischio l'indipendenza del sistema giudiziario la maggioranza di governo può interferire in modo sistematico nel funzionamento dell'autorità giudiziaria", ha spiegato Timmermans.

In particolare, nel mirino c'è la riforma della giustizia voluta da Varsavia, che limita l'autonomia della magistratura.

Ora sarà compito del Consiglio decidere se proseguire con l'iter: a Varsavia potrebbe essere tolto il diritto di voto nel Consiglio.

LA REPLICA DI VARSAVIA: "ANDREMO AVANTI" - Nonostante la decisione della Commissione Varsavia va avanti con la riforma della giustizia.

Lo ha dichiarato il Guardasigilli Zbigniew Ziobro, secondo cui la decisione della Commissione è "una mossa politica" di Bruxelles, che cerca di esercitare pressione.

La Polonia, ha aggiunto, rispetta lo stato di diritto e le soluzioni che si propone di implementare in questo Paese esistono anche in altre nazioni.

l presidente Andrzej Duda ha firmato due leggi che limitano i poteri della magistratura, mettendo i tribunali sotto un maggiore controllo politico.

(Unioneonline/F)

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