Nadia Toffa racconta a "Le Iene", in un'intervista che andrà in onda domani, quanto accaduto il giorno in cui - due settimane fa - un malore l’ha colpita a Trieste, dove si trovava per un incontro con il segretario di un sindacato.

Quella mattina, dice Toffa, "mi sentivo strana" e Davide Parenti al telefono "mi ha detto che ero molto rallentata. Io sinceramente non ricordo benissimo...".

"In effetti era una cosa strana, mi sono detta 'mi sdraio', invece non l'ho fatto - dice ancora - Quindi scendo, mi ricordo benissimo la hall dell'hotel. Ho chiesto di pagare e il taxi per andare in stazione. A un certo punto, sono caduta. L'ultima frase che mi ricordo era quella della ragazza della reception che mi ha detto: 'Vuoi che ti dia una mano con le valigie?'. Poi sono caduta di faccia, ho ancora un livido ma sta migliorando".

La Iena dice di non ricordarsi "il malore, ma mi ricordo l'ambulanza. Nella mia vita non l'avevo mai presa. All'inizio ho pensato fosse un incidente, ma dopo un po' mi sono resa conto che forse sentivo la sirena un po' troppo vicina. Quindi ho realizzato e mi sono detta: 'Vuoi vedere che è la mia ambulanza?'. Lì ho ripreso conoscenza. Poi a un certo punto ho visto Max (autore storico delle Iene, ndr.) ma erano passate ormai cinque ore, ho avuto un black-out. Lo vedo e gli dico: 'Ma tu cosa ci fai a Trieste?'".

"Ero lucida, ma non mi sono resa conto di ciò che stava accadendo, della gravità. Nessuno sapeva cosa avessi".

"Stare in ospedale ti riporta un po’ al succo delle cose. Ogni volta che ti ricoverano ti riportano all’essenza delle cose, rivaluti anche la fisicità, le cose basilari".

"Un’altra cosa che mi ha stupita sono i messaggi ricevuti da parte di politici con cui ho un rapporto 'conflittuale'. Mi sono molto commossa quando mi hanno detto di città che hanno pregato per me".

(Unioneonline/D)

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