Sono gli ibridi della sanità, professionisti difficili da inserire in un'unica categoria e per i quali lo stipendio è frutto di calcoli in cui entrano in gioco parametri basati sull'anzianità di servizio e su alcune caratteristiche dei pazienti che hanno in carico: contano numero, età e patologie. Insomma, stabilire quanto lavorano e quanto guadagnano i medici di famiglia non è facile.

L'ACCORDO - La convenzione con il sistema sanitario nazionale li impegna a garantire un monte di ore in ambulatorio che oscilla tra le dieci e le quindici alla settimana a seconda del numero di pazienti iscritti nel loro registro. I camici bianchi con meno di mille pazienti possono limitarsi a dieci ore (che su cinque giorni lavorativi fanno centoventi minuti al dì), ai colleghi che superano la soglia dei mille viene chiesto di assicurare almeno quindici ore. A questo si aggiungono le visite a domicilio (che nel caso in cui siano richieste dai non assistiti sono a pagamento) e tutte le altre prestazioni legate a certificazioni sanitarie utili a completare pratiche burocratiche per la richiesta di pensioni di invalidità o altro e il disbrigo degli incartamenti per l'assistenza domiciliare integrata dei pazienti che ne hanno bisogno.

IL TERRITORIO - In provincia di Cagliari i medici di famiglia sono 380 e, in base al numero di cittadini (escludendo i bambini che devono essere seguiti dal pediatra) il rapporto è di uno a mille. Vale a dire che in media ogni medico di medicina generale segue mille persone. Il testo sottoscritto nel 2005 e aggiornato negli anni successivi indica il tariffario che il sistema sanitario corrisponde a ciascuno.

"Ci aggiriamo intorno ai 60 euro lordi all'anno per paziente", spiega Umberto Nevisco, sindacalista della Fimmg. Che precisa: "Un medico di famiglia guadagna più o meno il 30 o 40 per cento in più rispetto agli ospedalieri ma bisogna considerare che deve sostenere le spese di un libero professionista". Vale a dire: "Niente tredicesima né quattordicesima, niente ferie pagate e neppure malattia. Quando il medico si assenta si deve preoccupare di pagare il collega che lo sostituisce".

Oltre ai 60 euro all'anno per paziente, la convenzione prevede alcune indennità speciali: una è basata sull'età degli assistiti e l'altra su alcune patologie indicate nel testo. «Stiamo parlando di circa dieci euro in più per ogni paziente ultra settantacinquenne, ma ricordiamoci che l'età delle persone che frequentano gli ambulatori di medicina generale si è abbassata negli ultimi anni".

TURN OVER - Ma, almeno a sentire il sindacato, non è tutto oro quello che luccica. "Stiamo per affrontare un momento difficile con una gobba pensionistica che metterà a dura prova la macchina messa in moto trent'anni fa", spiega ancora Nevisco. Il problema è presto detto. La maggior parte dei medici di famiglia si sta avvicinando all'età della pensione e il ricambio generazionale non sarà armonico. "Purtroppo non abbiamo un numero di giovani medici abbastanza elevato da sostituire tutti coloro che a 70 anni dovranno andare in pensione. Non dico che accadrà adesso, ma tra pochi anni sarà un problema da affrontare".

Tra le proposte dei rappresentanti di categoria, c'è quella di affiancare i neo laureati ai colleghi più anziani che potrebbero rinunciare a una parte del compenso per cederla ai giovani che acquisirebbero così esperienza sul campo.
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