Italia invasa dal riso "insanguinato" proveniente dalla Birmania.

Questo l'allarme lanciato da Coldiretti, che sottolinea come, nel 2017, le importazioni di riso dal Myanmar siano aumentate del 736%.

Un aumento vertiginoso dovuto, denuncia l'associazione, agli espropri delle terre coltivate dei Royhingia, la minoranza musulmana perseguitata e costretta alla fuga oltre frontiera, in Bangladesh.

A confermare quanto sta accadendo è è anche la ong Medici Senza Frontiere.

Sono quasi settemila i Rohingya uccisi nel corso delle violenze degli ultimi mesi e quasi 650mila persone, tra uomini, donne e bambini, sono fuggite per cercare scampo.

Un esodo che ha commosso anche Papa Francesco.

Secondo i dati snocciolati da Coldiretti, la fuga dei Rohingya ha permesso ai produttori birmani di impossessarsi di circa 28 mila ettari coltivati a riso a Maungdaw nello stato di Rakhine.

Terra, dove molto spesso i Rohngya che non hanno potuto mettersi in salvo sono costretti ai lavori forza, e che ha permesso di inviare, solo sul mercato italiano, 7,3 milioni di chili di riso in soli nove mesi.

"Non è accettabile - scrive dunque Coldiretti, per voce del presidente Roberto Moncalvo - che l'Unione Europea continui a favorire con le importazioni lo sfruttamento e la violazione dei diritti umani nell'indifferenza generale''.

"È invece invece necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l'ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore a sostegno di un vero commercio equo e solidale''.

(Unioneonline/l.f.)

© Riproduzione riservata