Sta destando malumori e proteste la decisione della società che gestisce il servizio comunale di accertamento sull'imposta della pubblicità di rivalutare e revisionare la dimensione delle insegne di non pochi esercizi commerciali, artigianali o di servizi.

Diversi casi in cui sono state conteggiate superfici superiori ai 5 metri quadrati (oltre i quali si applica la tassa) o superfici superiori a quelle valutate in precedenza.

Le operazioni sono perfettamente legittime ma diversi titolari di attività contestano che l'imposta venga applicata pure per bandiere, vele, lavagnette e supporti che di pubblicitario avrebbero ben poco.

L'amministrazione municipale conferma "la correttezza delle operazioni", si dice disponibile a "esaminare i casi e ricorda l'esistenza di una legge nazionale che regola l'applicazione del tributo".

Tuttavia la Giunta, con l'assessore alle Finanze Mauro Manca, suggerisce ai contribuenti di "presentare ricorso ove si ravvedano gli estremi" e anticipa che "convocherà la società di gestione per verificare la situazione in corso".
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