Nel tribunale di Milano l'agonia di Dj Fabo tra la commozione dei presenti, pm compresi, nell'aula del Senato a Roma i primi voti segreti sul biotestamento.

Due avvenimenti che distano 500 chilometri l'uno dall'altro, eppure vicini e collegati tra loro come pochi altri. Come due rette parallele che - questa volta - si incontrano.

Senza lo straziante appello di dj Fabo, il 39enne tetraplegico e cieco dopo un incidente che ha fatto ricorso al suicidio assistito in Svizzera, molto probabilmente in Parlamento non si parlerebbe di biotestamento.

E con una legge sul biotestamento non dovremmo assistere oggi al processo contro Marco Cappato, accusato di aiuto al suicidio per aver accompagnato Fabiano Antoniani in Svizzera.

IN TRIBUNALE - Le immagini e la voce di Fabiano sono entrate oggi nel processo che vede imputato il militante dei Radicali e tesoriere dell'associazione Luca Coscioni. Nell'aula gremita, su un proiettore, è andata in onda la straziante intervista fatta al deejay milanese da Giulio Golia, inviato della trasmissione "Le Iene". Dj Fabo, disteso sul suo letto e attaccato al respiratore, risponde a fatica alle domande del giornalista. Il video si chiude con una crisi respiratoria, ad evidenziare il dolore che Fabiano doveva sopportare quotidianamente.

"Giulio, fai una prova: fatti immobilizzare, metti una benda sugli occhi e resta così per una settimana. Non resisteresti neppure un giorno", dice dj Fabo. E poi: "Non vedo l'ora Giulio, vado via col sorriso e nessuno può farmi cambiare idea". Al termine della testimonianza, fiumi di lacrime tra i presenti, compresi i pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini. "Questo incontro mi ha segnato la vita e mi ha fatto cambiare", ha spiegato Giulio Golia nell'aula del Tribunale.

CAPPATO - Oggi nel tribunale milanese ha testimoniato anche l'imputato Marco Cappato. "Ritengo che le persone sottoposte a un dolore terribile per malattie irreversibili abbiano il diritto di scegliere come morire, lo ritengo un diritto umano fondamentale, un diritto riconosciuto dalle costituzioni. Di fronte a quella richiesta per me era un dovere fare qualcosa", ha detto. "Avevo di fronte una persona molto determinata, non c'era nulla che potesse fargli cambiare idea". Poi il tesoriere dell'associazione Luca Coscioni ha affermato di essere stato contattato da 454 persone da quando ha lanciato l'iniziativa "Sos Eutanasia", a sostegno di chi vuole porre fine alla propria vita. La sentenza dovrebbe arrivare il 14 febbraio.

A PALAZZO MADAMA - Parallelamente, a Roma, nell'aula del Senato, la "strana" maggioranza formata da Pd, Mdp e M5S regge alla prova dei primi voti segreti. Respinto l'emendamento di Gaetano Quagliarello che chiedeva di mantenere sempre i trattamenti di sostegno vitale, l'idratazione e la nutrizione. Era uno dei nodi cruciali del provvedimento. Dopo aver respinto tutti gli emendamenti, inclusi quelli a scrutinio segreto, il Senato ha dato il via libera agli otto articoli della legge. Previsto per domani, 14 dicembre, il voto finale. Da un lato il centrodestra e la Lega cercano di affossare il provvedimento, dall'altro M5S e Pd procedono spediti: approvare anche un solo emendamento vorrebbe dire rimandare la legge alla Camera, e rendere praticamente impossibile una sua approvazione nel corso di questa legislatura ormai agli sgoccioli.

(Redazione Online/L)

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