Nella serata di oggi è arrivato il parere della Corte Costituzionale sui conflitti di attribuzione tra poteri dello Stato sollevati da alcuni parlamentari sul Rosatellum, la nuova legge elettorale, e sull'Italicum.

In camera di consiglio, la Consulta ha discusso, in sede preliminare di ammissibilità, quattro conflitti di attribuzione riguardanti le procedure di approvazione delle leggi elettorali.

Tre conflitti - si legge in una nota - sono stati presentati da alcuni soggetti che si sono qualificati allo stesso tempo come elettori, soggetti politici, parlamentari e rappresentanti di un gruppo parlamentare (Movimento 5 Stelle).

"Nessuno dei tre ricorsi individua in modo chiaro e univoco né la qualità in cui i ricorrenti si rivolgono alla Corte né le competenze eventualmente lese né l'atto impugnato. Tali gravi carenze degli atti introduttivi non mettono la Corte in condizione di deliberare sul merito delle questioni. Perciò ne è stata dichiarata l'inammissibilità".

Il quarto ricorso, dicono dalla Consulta, è stato proposto congiuntamente dal Codacons, da un cittadino elettore e da un senatore contro il governo, per aver posto la questione di fiducia, alla Camera dei deputati, durante l'iter di approvazione del Rosatellum. "Per ragioni analoghe anche tale conflitto è stato dichiarato inammissibile".

Inoltre - e chiude la nota della Corte - "posto che un senatore non ha titolo per sollevare conflitto contro il Governo, per di più lamentando vizi del procedimento parlamentare seguito presso la Camera dei deputati, nessuno dei ricorrenti è, nel caso di specie, qualificabile quale potere dello Stato".

(Redazione Online/m.c.)
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