"Devono venire qui da noi, in montagna. Devono confrontarsi con gli allevatori: le terre comunali sono poche, mettersi in regola su due piedi non è affatto facile".

Una donna si rivolge alla Regione, sintetizza un pensiero condiviso, sebbene scelga l'anonimato, per paura di denunce. Nessuna barricata. Desulo e Orgosolo cercano di reagire, puntano sul dialogo, dopo il blitz che ha squarciato le campagne di Girgini e Montes, il giorno dell'Immacolata. Tendono la mano, almeno è questa l'impressione.

IL COMUNE - "Vogliamo mettere in regola i nostri allevamenti", sostiene convinto il sindaco del paese dei murales, Dionigi Deledda, "a Cagliari però devono ascoltare anche le nostre esigenze, la nostra storia". Il primo cittadino Gigi Littarru si accoda, dai mille metri di Tascusì: "Sono per la legalità: tuttavia, la soluzione non è certo abbattere i maiali".

APERTURA E CONDIZIONI - La lotta alla peste suina africana come tassello da cui partire. Su questo aspetto Regione e Comuni convergono. Le specificità territoriali impongono scelte condivise. "Orgosolo ha una sua tradizione, fatta di pascolo brado e di terre pubbliche in abbondanza", spiega l'allevatore Pietro Musina.

"Siamo un centinaio, vorremmo regolarizzarci, ci diano la disponibilità dei terreni".

Il sindaco Deledda aggiunge: "Bisogna badare all'aspetto sanitario, senza tralasciare quello economico. La Regione deve dare una mano a questi allevatori che non sono proprietari terrieri: li deve aiutare concretamente a mettersi in regola, a creare degli allevamenti in spazi confinati. Nessuno fa un investimento a perdere. Chiediamo un incontro, quanto prima".

LA REGIONE - Dall'Unità di progetto per l'eradicazione della peste suina non hanno dubbi. L'ostacolo terre civiche può essere aggirato, un po' come fatto a Baunei, detentore di 22 mila ettari comunali. Nel paese del sindaco Salvatore Corrias oltre trenta lotti gravati da usi civici sono stati liberati. Di fatto, assegnati a volenterosi cittadini per l'avvio di aziende suinicole nel rispetto delle norme igienico sanitarie.

"Si tratta di un passo importante - commenta Alessandro De Martini, responsabile dell'Unità di progetto per l'eradicazione della peste suina africana e direttore generale della presidenza della Regione - in grado di avvicinare l'amministrazione regionale ai territori. Un segnale chiaro che dimostra come le politiche di allevamento confinato si possano applicare anche a quei soggetti che non hanno terre di proprietà dove avviare un'impresa, richiedendole quindi in assegnazione al proprio comune di appartenenza. Vogliamo estendere questo modello virtuoso anche in altri territori dell'Isola".

ATTESA E FIDUCIA - Orgosolo attende, con fiducia. D'altronde, le analogie con Baunei sono evidenti, ettari alla mano.

"Questa soluzione è quella che abbiamo prospettato da tempo -, tuona Pietro Musina - adesso Comune e Regione si devono mettere d'accordo, dialogare. Dopodiché, devono assegnarci gli appezzamenti dove poter esercitare il nostro lavoro".

"Certo, una volta debellata la malattia vogliamo tornare alle origini, alle nostre terre: al pascolo semibrado. Gli allevamenti in spazi confinati, alla lunga, degradano le campagne. Noi vogliamo tutelare il nostro territorio".

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