Una bimba di sei anni, Madina Hussiny, è morta travolta da un treno mentre cercava con la sua famiglia di attraversare il confine tra Croazia e Serbia.

La piccola, di origini afghane, era da un anno in Serbia assieme ad altre migliaia di rifugiati e migranti, bloccati nel Paese nei Balcani nell'attesa di ottenere asilo nell'Unione Europea.

I suoi famigliari avevano deciso di partire il 21 novembre passando proprio dalla Croazia, dove si diceva che i controlli erano diventati meno stringenti negli ultimi mesi.

Da allora è cominciato il lungo cammino, tra campi e recinzioni, finché la polizia non li ha fermati - mentre dormivano in un campo sotto una tenda - e riportati indietro. Ed è nel viaggio di ritorno, stanchi e affamati, che la bambina è stata travolta dal treno.

La sua morte è solo l'ultima di una serie di tragedie che coinvolgono migranti in fuga attraverso la rotta dei Balcani.

Diverse associazioni umanitarie hanno denunciato la storia, sottolineando che la famiglia aveva diritto a chiedere asilo, provenendo da un Paese in guerra come l'Afghanistan, ma come tanti altri casi, questo diritto è stato negato loro con la violenza.

"Continuiamo a vedere le conseguenze negative delle politiche europee verso i confini europei - spiega in un'intervista Andrea Contenta, esperto di Affari Umanitari di Medici Senza Frontiere in Serbia - Politiche che continuano a mettere le persone in pericolo".

(Redazione Online/D)

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