Da due mesi la vita di Giovanni Murtas è cambiata. In peggio. La mattina del 3 ottobre il pensionato di 71 anni che vive a Capoterra si è presentato nel reparto di Urologia dell'ospedale Santissima Trinità per un intervento di routine.

IL RICOVERO - "Una revisione a vent'anni dall'operazione alla prostata. Mi avevano detto che al massimo dopo tre giorni sarei tornato a casa".

Invece le dimissioni sono arrivate il 27 ottobre e il rientro non è stato quello che Giovanni Murtas si aspettava.

Ora il pensionato cammina tenendosi al braccio della moglie Sara che ogni mattina lo aiuta a vestirsi e a fare qualunque altra cosa.

"Sono entrato giovane e ne sono uscito vecchio".

Le gambe gonfie, il calo della vista, il fiato corto, l'insonnia.

"Prima dell'intervento facevo qualunque cosa, ora sono invalido. Io credo che sia per l'anestesia spinale che ho cercato di rifiutare in tutti i modi. Ho chiesto che mi facessero quella totale da subito, ma non c'è stato verso".

Il racconto dei minuti che hanno preceduto l'intervento è messo nero su bianco nella relazione che verrà inviata al Tribunale del malato e al responsabile del reparto dell'ospedale di Is Mirrionis.

"La dottoressa continuava a insistere con la spinale, per ben tre volte l'ho rifiutata e alla fine le ho detto di fare come voleva e mi ha fatto firmare il consenso. Ma dopo la spinale mi hanno fatto anche l'anestesia totale. Così è iniziata la mia odissea".

La moglie annuisce e prova ad aggiungere qualche dettaglio, ma Giovanni Murtas è un fiume in piena.

"Nell'istante in cui mi hanno fatto l'anestesia spinale ho sentito una scarica alle gambe e un bruciore che non è più sparito. Come se mi avessero messo i piedi su due tizzoni, non sono più riuscito a controllarle. Al risveglio l'anestesista è venuta a scusarsi", è scritto nella memoria.

IL REFERTO - Delle sue condizioni cliniche precipitate improvvisamente riferiscono anche i medici del reparto nel foglio consegnato al momento delle dimissioni.

A causa dei problemi alla gamba hanno prescritto numerosi esami e una dose massiccia di farmaci.

"Ogni giorno chiamo in reparto, mi hanno dato sei numeri di telefono ma non risponde mai nessuno. Vorrei sapere se devo interrompere la terapia e, soprattutto, vorrei avere la mia cartella clinica".

Le cose, almeno per ora, non sembrano destinate a migliorare.

"Dopo l'intervento mi hanno prescritto 24 sedute di fisioterapia. L'ultima è fissata per mercoledì e poi non so cosa succederà. Vorrei solo che le cose tornassero come erano prima quando avevo una vita normale e potevo occuparmi delle mie passioni: la lettura, il fai da te, gli amici. Tra qualche giorno io e mia moglie festeggeremo i 50 anni di matrimonio. Ma non c'è nulla da festeggiare. Siamo finiti in un incubo senza sapere il perché".

Mariella Careddu

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