La realizzazione nell'ex carcere del centro regionale per la permanenza e rimpatrio dei migranti, con la clamorosa bocciatura di un referendum, ha fatto scattare la rivolta in tutta Macomer.

Riparte quindi la protesta e si susseguono iniziative pubbliche.

La prima si terrà domani pomeriggio (ore 18.30), nella sala riunioni dell'Unione dei Comuni, e vede in prima linea i cinque consiglieri della minoranza.

Si tratta del primo incontro pubblico di approfondimento dei temi programmatici in preparazione delle elezioni comunali della prossima primavera, ma si parla inevitabilmente del Cpr e del referendum negato.

"È rivolto a tutte le componenti della comunità, senza discriminazioni politiche o ideologiche - è scritto in un documento - il primo incontro riguarda il problema dei migranti e in particolare la proposta di istituire nell'ex carcere un Cpr, ma contestualmente ci proponiamo di approfondire il tema cruciale della democrazia e della partecipazione dei cittadini alle scelte più importanti per il futuro della nostra città. La decisione di aprire il Cpr e bocciare il referendum la riteniamo grave e sbagliata e cercheremo di contrastarla con ogni strumento disponibile".

Durissimo il documento del comitato cittadino che si oppone all'apertura del Cpr.

"Quanto deciso nell'ultima seduta del Consiglio comunale ha decretato la morte della democrazia a Macomer - vi è scritto tra l'altro - Come Comitato Cittadino porteremo avanti ulteriori iniziative a difesa del diritto di voto dei macomeresi, per impedire la svendita del nostro territorio e il sacrificio del nostro sacrosanto diritto alla sicurezza. Oggi a Macomer la democrazia è morta, ed è stata assassinata dal sindaco Succu e dalla sua maggioranza".

LA BOCCIATURA DEL REFERENDUM:

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