È un Paese fragile e trascurato quello che emerge dall'ultimo rapporto di Legambiente sul rischio idrogeologico e sugli effetti dei cambiamenti climatici. Dati che dovrebbero far riflettere i legislatori, gli amministratori locali e insieme la società civile, e indicare la rotta da seguire per la tutela del territorio nazionale e la sicurezza degli italiani.

L'indagine Ecosistema rischio ha voluto monitorare l'attività dei Comuni della Penisola in materia di riduzione del rischio idrogeologico, ma sulle 7145 amministrazioni locali interpellate con un questionario "solo" 1930 hanno risposto e di queste 468 hanno inviato dossier ritenuti non validi.

Nelle zone prese in esame sono in pericolo abitazioni, scuole e talvolta interi quartieri, mentre incurante continua l'attività di cementificazione dei letti dei fiumi e la copertura di corsi d'acqua, con il risultato che circa 7 milioni e mezzo di italiani sono quotidianamente esposti al pericolo e che nel solo triennio passato i danni economici registrati ammontano a 7,6 miliardi di euro.

"I dati dell'indagine Ecosistema Rischio" - spiega il direttore generale di Legambiente Stefano Ciafani - "evidenziano la forte discrepanza che ancora esiste tra le evidenze, la conoscenza, i danni, le tragiche conseguenze del rischio idrogeologico nel nostro Paese e la mancanza di un'azione diffusa, concreta ed efficace di prevenzione sul territorio nazionale".

E questo nonostante vi siano stati atti normativi e finanziamenti ad hoc, come ad esempio il fondo di 10 milioni di euro stanziato dal Ministero dell'Ambiente per la demolizione degli edifici abusivi presenti nelle aree a rischio, non attivato perché a oggi sono arrivate solo 17 richieste di abbattimento.

Il ponte di Oloè (Oliena) crollato durante l'alluvione del novembre 2013
Il ponte di Oloè (Oliena) crollato durante l'alluvione del novembre 2013
Il ponte di Oloè (Oliena) crollato durante l'alluvione del novembre 2013

Quanto alla Sardegna va segnalato il caso di Olbia, tra le città italiane per cui è in atto una progettazione definitiva ed esecutiva in tema di interventi strutturali contro il rischio idrogeologico, mentre si attesta al 12% la percentuale dei Comuni isolani che hanno risposto al questionario Ecosistema rischio, ovvero 39 sui 328 interpellati.

A livello nazionale resta il piano Italia Sicura, con lo stanziamento di 9,9 miliardi di euro per il periodo 2016-2023, ma i dati rilevati da Legambiente sottolineano sempre più la necessità di politiche permanenti di prevenzione, che tengano anche conto dei cambiamenti climatici in corso, che delocalizzino gli edifici dalle aree a rischio e insieme introducano vincoli urbanistici più rigidi. Ma soprattutto, sottolinea ancora l'ente, è necessario che gli italiani vengano "educati" alla convivenza con i pericoli legati all'ambiente e prendano dimestichezza con i piani d'emergenza, attraverso serie e capillari campagne d'informazione sui comportamenti da seguire in caso di alluvioni e frane.

Barbara Miccolupi

© Riproduzione riservata