La prima domanda, per una volta, la fa l'intervistato: "Ma le risulta che ci saranno contestazioni, sabato a Cagliari?"-

È possibile. Preoccupato?

"Per niente. Se è un dissenso civile ed educato, liberissimi. Basta che chi viene alla Fiera sia tranquillo, poi se fuori qualcuno vuole fischiare, faccia pure".

Chi andrà alla Fiera, sabato 25, troverà Matteo Salvini.

Il segretario leghista sbarca in Sardegna per consolidare il progetto di un partito non più confinato nelle regioni padane, e per essere più convincente concentra la gran parte della conversazione sulle questioni locali: "Ci tengo a tornare da voi, è la regione da cui ricevo più inviti".

Eppure finora la Lega non ha mai ottenuto granché, quando si è presentata alle elezioni nell'Isola.

"La gente capisce se sei lì di passaggio per raccattare due voti. Ora c'è un progetto nazionale serio. Ieri sono passati con noi tre consiglieri comunali a Foggia, e due parlamentari. Sulla Sardegna lavoriamo da mesi ad alcune proposte concrete, che presenterò sabato".

Ce ne anticipi qualcuna.

"Diciamo che la Lega ambisce a fare meglio là dove altri hanno fallito, a partire dalle opportunità rimaste sulla carta: autonomia, continuità territoriale, zona franca".

Perché voi dovreste fare meglio?

"Intanto perché in Sardegna non abbiamo mai governato neanche un condominio. Non abbiamo tradito promesse, come il centrosinistra e a volte pure il centrodestra. Poi perché sull'autonomia siamo ferrati. E per le nostre idee sull'emergenza lavoro. A partire dalla tassa unica al 15%, per tutti".

Facile proporla dall'opposizione.

"No, guardi, è un progetto molto serio: se i vostri lettori vogliono rendersene conto possono leggerlo sul sito tassaunica.it".

Ha accennato alla zona franca: la ritiene attuabile nell'Isola?

"Altroché: ce l'ha Livigno, che è sulla terraferma, e non la chiede la Sardegna, nonostante la condizione insulare? Incredibile".

Livigno è una piccola località. L'Ue consentirebbe mai una zona franca per 1,6 milioni di abitanti?

"Livigno è piccola, ma attorno ci sono dieci milioni di lombardi che vanno lì a comprarsi l'orologio, o a fare il pieno di benzina a un euro al litro. Se a Bruxelles non fai neanche domanda, non ti dicono né sì ne no. Se chiedi e ti dicono no, e dicono no sulla continuità territoriale, sull'immigrazione, su tutto, magari mi ricordo che l'Italia è un contribuente netto dell'Ue".

E questo cosa implica?

"Scusi, devo dare 8 miliardi all'anno per ottenere solo no? Un governo deve saper trattare. Anche sui trasporti: in un anno la Sardegna ha i turisti che accolgono in un mese le Baleari, non certo più belle. Ma andarci costa meno".

Molti non apprezzerebbero un modello di turismo low cost.

"Non è quello che sto dicendo: dico che prendere un aereo non dev'essere un lusso, anzitutto per i sardi. Servono tassazioni agevolate e infrastrutture".

Non dirà anche lei che la Sardegna deve vivere di solo turismo?

"Per carità, chi lo dice mi dà allergia. Né di solo terziario né di sola agricoltura. Senza un moderno sviluppo industriale, con i giovani che vanno via, contro lo spopolamento vi restano davvero solo i migranti, come vuole la Boldrini".

Se governerete, come cambierà la politica sull'immigrazione?

"Se è controllata e qualificata va bene. La delinquenza tunisina, no. Per altro, dopo che per anni mi insultavano dicendo che è un fenomeno inarrestabile, ora fanno come dicevo: bloccano le Ong che aiutano gli scafisti e gli arrivi sono diminuiti. Inoltre bisogna velocizzare le procedure per l'identificazione e i riaccompagnamenti".

E il rapporto con l'Ue?

"La costringeremo ad assumersi le sue responsabilità. Ripeto: se pago 8 miliardi di condominio e non funziona mai l'ascensore, ho diritto di pagare meno. Vale anche per il caso dell'agenzia del farmaco, sottratta a Milano. Chi ha governato non si è fatto valere, non ha fatto l'interesse nazionale".

A proposito di interesse nazionale: i referendum in Lombardia e Veneto sull'autonomia sono un pericolo per le regioni deboli?

"Direi un'opportunità. Servono a far capire che l'attuale sistema centralizzato non funziona per il nord, per la Sardegna, per nessuno".

Ma se lo scopo è trattenere più tasse, addio solidarietà tra territori.

"Maroni e Zaia hanno già chiarito che una quota di compartecipazione nazionale resterà. Serve un sistema efficiente: finora i soldi andati via dal nord non sono arrivati alla Sardegna, li hanno sprecati".

Ha sentito del referendum per l'insularità nella Costituzione?

"No, chi lo propone?".

I Riformatori sardi, una forza da tempo alleata col centrodestra.

"Ah, sì. È che lì da voi un sacco di partiti nascono, muoiono, si spostano... Cosa hanno proposto?".

Che la Costituzione riconosca l'insularità come svantaggio strutturale e preveda un riequilibrio.

"Pienamente d'accordo. Anche per le zone montane".

Quindi se governerete voi, prenderete in considerazione l'idea?

"Certo. Sono disposto ad affrontare tutti i temi che stanno a cuore ai sardi, anche scomodi. Come le servitù: ha senso oggi che pezzi di territorio servano a provare le bombe? L'Isola non dev'essere un campo profughi, ma neanche un grande poligono di tiro".

Nell'Isola c'è anche un crescente sentimento indipendentista. Lei come lo valuta?

"I popoli hanno sempre ragione. Il popolo sardo ha una sua cultura, una lingua, tradizioni... Se chiede di più, non sarò io a dire no".

Chi saranno i vostri uomini di punta nell'Isola? È vero che state dialogando con Mauro Pili?

«Condivido molte sue battaglie e lo inviterò alla Fiera, così come inviterò altri esponenti locali. Ma non c'è nessun accordo fatto».

A che punto è il dibattito sul leader nazionale del centrodestra?

"Le Politiche saranno le nostre primarie: chi prende un voto in più esprime il leader. Se lo prendiamo noi, io sono pronto".

Se vi andasse male, meglio essere battuti da Di Maio o da Renzi?

"Da nessuno dei due. Gli italiani hanno già bocciato Renzi, il M5S quando governa si dimostra incapace. Ma assicuro una cosa: chi vota Lega non vedrà mai i suoi voti al servizio della sinistra. Non sosterremo grandi intese o cose simili".

Lei un confronto tv con Renzi lo farebbe, a differenza di Di Maio?

"Lo chiedo da anni, senza risposte. Sono pronto a confrontarmi con chiunque, su qualunque rete".

Il suo primo atto da premier?

"Cambiare la legge Fornero".

Abolendo il collegamento tra l'età della pensione e l'aspettativa di vita? I conti reggerebbero?

"Senza dubbio. I nostri esperti stanno preparando un progetto coi numeri che lo dimostrano. E se va in pensione chi lo merita, c'è più lavoro per i giovani sardi".

Altri programmi?

"Cancelleremo tutti gli strumenti di tortura fiscale, dallo spesometro ai limiti all'uso del contante. O all'obbligo del bancomat".

Ma serve a combattere l'illegalità.

"Balle. Serve a fare l'ennesimo favore alle banche. Lo Stato ha mille altri strumenti per fare le verifiche. Tra le altre proposte, c'è la legge sulla legittima difesa. E non voteremo mai lo ius soli".

Ma così nega la cittadinanza a ragazzi nati in Italia come lei e me.

"L'Italia è già il Paese europeo che concede più cittadinanze. La cittadinanza dev'essere una scelta consapevole: a 11 anni non lo è, a 18 sì. Poi i compagni di classe stranieri di mio figlio non hanno meno diritti di lui, qual è il problema?".

Come valuta il caso Tavecchio e le presunte pressioni del governo?

"Spero solo che la politica non ci metta il becco. Sento i nomi di Veltroni, Carraro... Ci manca solo che Renzi scelga anche il ct della nazionale, l'ultimo posto da occupare".

È vero che Tavecchio si candiderà al Senato col centrodestra?

"Mai sentito. Di sicuro la Lega metterà gente nuova nelle liste".

Giuseppe Meloni

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