"Sono stato io": è uno studente di 17 anni, sportivo, agonista in arti marziali, il giovane che avrebbe mandato in ospedale col naso rotto un quattordicenne dopo avergli dato un pugno alla fermata dell'Arst di via Gorizia.

Si è presentato da solo nella caserma dei carabinieri di Sestu, convinto che i militari lo stessero cercando per l'aggressione di domenica sera.

Visto che a suo carico non è stata formalizzata nessuna querela, il giovane sarebbe solo stato identificato dagli uomini del maresciallo Riccardo Pirali per poi essere rimandato a casa.

"Nessuna raffica o pestaggio", avrebbe raccontato ai familiari e ai carabinieri: "Gli ho dato solo un pugno".

I due ragazzi pare si conoscessero.

LA RICOSTRUZIONE - Avrebbe fornito una ricostruzione dell'accaduto il presunto aggressore - anch'egli minorenne - che lunedì notte si è autodenunciato delle lesioni provocate all'adolescente, operato poche ore prima al Policlinico di Monserrato per la sistemazione di una frattura al setto nasale.

Entrambi si trovavano sul pullman - avrebbe raccontato - quando un vasto gruppetto di ragazzini di cui faceva parte anche la vittima avrebbe iniziato a disturbare i viaggiatori della corriera che collega piazza Matteotti (a Cagliari) con Sestu.

Prima urla e schiamazzi, poi il pulsante della "richiesta fermata" premuto ripetutamente, tanto da costringere l'autista a fermarsi continuamente e rimproverare il gruppetto.

Contro il conducente, che a un certo punto avrebbe minacciato di non ripartire, sarebbero volate anche parolacce e sfottò.

Una volte scesi alla fermata di via Gorizia - sempre stando alla versione del presunto aggressore - la corriera sarebbe ripartita ma il gruppetto avrebbe tirato dall'esterno la leva d'emergenza per l'apertura delle portiere, costringendo l'autista a fermarsi nuovamente.

Il diciassettenne, infastidito per l'ennesima interruzione (pare che i genitori lo stessero aspettando per impegni), sarebbe sceso, avrebbe sferrato un pugno in pieno volto al quattordicenne e sarebbe quindi risalito per proseguire il suo viaggio verso casa, convinto che l'aggredito non si fosse fatto nulla di serio.

L'INDAGINE - I militari seguono la questione, ma nessuna indagine è ancora stata avviata: non è stata formalizzata la querela e nemmeno consegnata la cartella clinica per capire se la prognosi del ferito faccia scattare la perseguibilità d'ufficio.

Le due famiglie si sarebbero già messe in contatto tra loro e il diciassettenne si sarebbe già scusato con il più giovane.

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