Era appena sceso in via Gorizia dalla corriera dell'Arst verso le 20.30 di domenica, quando è stato raggiunto da un primo pugno in pieno volto che gli ha sfondato il setto nasale.

Poi un'altra raffica, sempre al viso, che gli ha causato varie altre lesioni allo zigomo e all'orbita.

Uno studente quattordicenne di Sestu è stato operato ieri al Policlinico per ridurre la frattura al naso e rimuovere un ematoma formatosi sulla fronte.

IL PESTAGGIO - "Nessuno parla, nessuno mi dice cosa sia accaduto", racconta la madre dell'adolescente, ricoverato in ospedale da domenica sera, "so solo che, quando è sceso dalla corriera, un ragazzino di diciassette o diciotto anni lo ha colpito e poi è andato via a piedi in direzione della banca. Mio figlio non lo conosce e non sa perché è stato picchiato".

Secondo le poche informazioni raccolte, l'aggressore sarebbe di Sestu e viaggiava con altri coetanei sull'autobus che collega la stazione di piazza Matteotti a Cagliari con Ussana, attraversando Sestu. "Sicuramente qualcuno lo conosce", sospira la madre del giovane, "ma c'è omertà e non vogliono dirmi che cosa sia accaduto".

Il ragazzo ha riportato la frattura scomposta del setto nasale e ieri pomeriggio è stato sottoposto ad un lungo intervento chirurgico per ridurre la lesione.

La Tac ha poi scoperto che, forse a causa della rovinosa caduta sull'asfalto seguita al pugno, il quattordicenne aveva riportato anche un ematoma frontale che gli è stato asportato durante l'intervento.

LE INDAGINI - Domenica alle 20.30 in via Gorizia c'erano moltissime persone nei pressi della fermata dell'Arst. Nessuno però, a quanto pare, avrebbe visto l'aggressione.

Solo una persona ha contattato con un messaggio la madre del ragazzino, raccontato di averlo visto sanguinante in compagnia degli amici e col naso rotto, nei pressi dello svincolo con via Piave.

I carabinieri sono già stati avvisati, ma non c'è ancora una denuncia che sarà formalizzata nelle prossime ore.

La telecamera della banca di via Gorizia potrebbe aver ripreso l'aggressore in fuga: per questo le immagini potrebbero essere acquisite dopo la querela.

"Chiedo solo che l'aggressore si faccia un esame di coscienza e che si penta", conclude la donna, "perché poteva veramente ammazzare mio figlio".
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