Una nuova vicenda di presunti abusi sessuali scuote il Vaticano. Ma questa volta non bisogna andare oltreoceano - in Australia o Usa - o in altri Paesi europei.

Le presunte violenze si sarebbero verificate in Vaticano, all'ombra del Cupolone. Precisamente, al preseminario San Pio X, che ha sede nel Palazzo San Carlo del Vaticano.

Le denunce, raccolte nel libro di Gianluigi Nuzzi "Peccato originale", hanno spinto il Vaticano ad aprire una nuova inchiesta sulla vicenda.

Gli episodi riguardano ragazzini coetanei, e il presunto autore degli abusi è diventato ora sacerdote.

LA DENUNCIA - A denunciare la vicenda Kamil Tadeusz Jarzembowski, ex studente polacco del preseminario, dichiaratamente omosessuale.

"Sono stato testimone di atti sessuali che Antonio esigeva da Paolo (i nomi sono di fantasia, ndr) atti che si compivano nonostante la mia presenza. Succedeva sempre di sera, intorno alle 23. Dopo che tutti gli alunni si erano coricati Antonio accedeva nella stanza dormitorio condivisa da me e Paolo: qui avvenivano rapporti di sesso orale, mentre alcune volte i due si recavano insieme in un'altra stanza per proseguire il rapporto". Kamil non è stato vittima di abusi, solo testimone dei rapporti consumati dal neosacerdote con il suo coinquilino e - ha raccontato ieri nel corso di un'intervista televisiva - "ambasciatore" di altri ragazzi che sono stati costretti ad avere rapporti sessuali (sempre dalla stessa persona) e non hanno il coraggio di denunciare.

"La crescente angoscia di fronte al ripetersi di questi avvenimenti - racconta Kamil - unita alla paura di essere allontanato, mi indussero a confidare le mie preoccupazioni e il mio sconcerto al mio direttore spirituale, che riferì la cosa al vescovo e ai suoi superiori. Ma la cosa cadde nel vuoto".

Poi, "di fronte al silenzio perdurante e all'indifferenza delle persone interpellate", Kamil si è rivolto direttamente alle alte gerarchie vaticane, alla segreteria di Stato e alla Congregazione per la dottrina della fede. "Ho ricevuto una missiva di quest'ultima del settembre 2014 in cui venivo informato che il caso sarebbe passato alla Congregazione per il clero, e finora non ho ancora ricevuto una smentita dei fatti da me denunciati".

"Ho avuto fiducia nelle procedure interne all'istituzione di cui facevo parte - lamenta Kamil - mi aspettavo un intervento risolutivo che non è arrivato". La vicenda, racconta, gli ha procurato un "evidente disagio psicologico, determinando una reazione depressiva profonda".

IL VATICANO - Il Vaticano parla di "rapporti consenzienti tra coetanei". La Sala Stampa della Santa Sede in una nota ha precisato che, in merito alla vicenda, ha fatto, a partire dal 2013, delle indagini che "non trovarono adeguata conferma" degli abusi denunciati da Kamil. Tuttavia, prosegue la nota, "in considerazione di nuovi elementi recentemente emersi, è in corso una nuova indagine che faccia piena luce su quanto realmente accaduto".

(Redazione Online/L)
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