È lungo l'elenco di "prove" portato dagli avvocati di Silvio Berlusconi per provare ai giudici che l'ex moglie Veronica Lario non ha bisogno di 1,4 milioni di euro al mese di alimenti.

E nella lista, che ha convinto la Corte d'Appello di Milano ad accogliere il ricorso presentato dal leader di Forza Italia, ci sono anche i ripetuti soggiorni in Sardegna.

A Porto Rotondo, precisamente, dove la Lario (all'anagrafe Miriam Bartolini) avrebbe trascorso non meno di cinque settimane di vacanza.

Nella lista vengono citate anche le crociere ai Caraibi, i 12 inservienti al lavoro nella villa di Macherio e i costi sostenuti per personal trainer, estetiste, parrucchieri.

Spese che dimostrerebbero che l'ex first lady (che avrebbe una liquidità di 16 milioni di euro e possiede gioielli e società immobiliari) è ricca abbastanza da non aver bisogno del cospicuo assegno mensile da parte dell'ex premier.

Tesi accolta dai giudici che hanno fatto propria una recente sentenza della Corte di Cassazione, secondo cui a contare, per calcolare l'ammontare degli alimenti, deve essere il criterio dell'autosufficienza economica e non il principio del mantenimento dello stesso tenore di vita goduto durante il matrimonio.

Per questo, la Bartolini-Lario rischia ora di risarcire l'ex marito dei soldi già percepiti dal 2014, pari a circa 60 milioni di euro.

(Redazione Online/l.f.)

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