Una popolazione che invecchia lentamente. Così lentamente da sembrare quasi ferma. Eppure dentro le case di Iglesias, sebbene non cambino troppo i numeri, cambiano le persone: perché escono (con i figli) donne e uomini fra i 30 e i 50, si presume per cercare lavoro o inseguirne uno migliore. Ma in compenso entrano famiglie giovani, soprattutto dai paesi vicini.

Madri e padri con bambini, che portano una ventata di gioventù e controbilanciano i gruppi familiari radicati in città, che invece si frantumano in una miriade di anziani single.

SPERANZA - C'è spazio per un po' di ottimismo nel ritratto demografico di Iglesias tracciato dall'analista sociale Giuseppe Fara lunedì sera, a Villa Boldetti, nel corso di un incontro sul nuovo piano urbanistico comunale.

Fara, già dirigente nazionale Istat, fa parte della squadra coordinata dall'urbanista Enrico Corti che adeguerà la normativa del Comune al Piano paesaggistico regionale e al Piano per l'assetto idrogeologico. Fara ha schizzato il ritratto di una città in movimento. Inaspettatamente.

DECRESCITA - Al 9 ottobre scorso gli iscritti all'Anagrafe del Municipio erano 26.755, di cui poco più della metà (13.883) donne.

"Dal 2001 al 2016 Ia città ha perso circa 1.200 abitanti", spiega Fara. Scende verso il basso la linea del cosiddetto trend demografico, che si era impennata negli anni Cinquanta e Settanta. Un calo lento (i centri vicini crollano, a parte Carbonia) che si va accentuando: tra il censimento 2001 e quello del 2011 Iglesias ha perso l'1,76 per cento della popolazione; ma nei cinque anni successivi il trend ha raggiunto quota - 2,48.

Non solo: dal 2002 i morti superano sempre i nuovi nati. Si ingrossano le file dei cittadini over 70. Gli anziani restano sempre più soli, costituiscono quelle che l'analista sociale chiama "famiglie unipersonali". A Iglesias sono 1.380, di cui ben 1.074 donne: le signore, è noto, vivono più a lungo. Molte abitano nel centro storico, anziane custodi del cuore secolare di Villa di Chiesa.

DINAMICITÀ - Non stupisce, nella Sardegna che va spopolandosi e invecchiando, la Sardegna dove i giovani ricominciano a emigrare come i loro nonni.

"In realtà uno sguardo ravvicinato ai dati dell'Anagrafe rivela una inattesa dinamicità" precisa Giuseppe Fara. Nei registri del Municipio c'è gente che esce ed entra come se la città avesse porte girevoli. Parliamo di saldo migratorio, ovvero della differenza fra coloro che lasciano Iglesias rinunciando alla residenza e coloro che invece vi si trasferiscono. Nei primi nove mesi di quest'anno il saldo migratorio è leggermente in rosso (-13), ma nel 2016 era addirittura in attivo: + 37.

QUELLI CHE PARTONO - Nello stesso periodo, spiega lo studioso, 2.068 uomini e donne hanno abbandonato Iglesias. Fra loro, venti su cento sono classificati dall'Anagrafe come studenti; 16 come insegnanti o quadri; 13 operai, bidelli o commessi; bassa la percentuale degli artigiani (5 su cento) e dei liberi professionisti, dirigenti o docenti universitari (circa 6); non mancano cameriere colf e badanti, che rappresentano il 4 per cento del totale degli emigrati.

I disoccupati sono il 9,2 per cento. Dove vanno i fuoriusciti? All'incirca 4 su dieci fanno rotta verso il Continente o si trasferiscono all'estero (11 per cento del totale). Il gruppo più numeroso (22 per cento) si sposta all'interno della vecchia provincia di Carbonia Iglesias, 8 su cento si dirigono su Cagliari.

LA CRISI - L'aspetto preoccupante è che fra coloro che hanno fatto armi, bagagli e certificati c'è quasi la metà (per l'esattezza il 45,4 per cento) degli iglesienti fra i 20 e i 39 anni. Quelli cioè che dovrebbero costituire l'ossatura socio-economica della città.

"Ma soprattutto - sottolinea Fara - coloro che possono avere figli, i nuovi cittadini". Uno su tre fra i neo-emigrati di questa fascia d'età si è diretto verso il Nord Italia (21 per cento) o l'Estero (14 per cento). Complessivamente nell'ultimo quinquennio 1.591 persone tra i 20 e 59 anni si sono cancellate dall'Anagrafe.

LA SPERANZA - Ma una speranza arriva - inaspettata - dai giovanissimi. Il saldo migratorio degli under 20 negli ultimi cinque anni è in attivo: + 352 in valore assoluto. Chi sono i 2.017 nuovi arrivati? Perlopiù sardi in movimento dai centri vicini (22,7 per cento) e anche dall'arcirivale Carbonia (13,4). Pochissimi gli stranieri.

"Iglesias conserva, specie per le famiglie con bambini, una capacità di attrazione nei confronti del circondario. È un dato confortante, che andrà indagato", spiega Giuseppe Fara. Perché i nuovi arrivati sono come un'iniezione di energia. Che potrebbe garantire il futuro di una città antica.

Daniela Pinna

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