Tra i milioni di carte che raccontano i Paradise Papers ce n'è una che traccia un filo lungo più di ottomila chilometri e che da Curaçao arriva fino alla Sardegna, nel lembo di terra chiamato Capo San Lorenzo, Villaputzu, dove 147 tecnici lavorano all'ombra del Poligono di Quirra. Insieme a popstar, diplomatici, imprenditori e regine che per sfuggire alle tasse hanno portato all'estero enormi capitali ci sarebbe anche la Vitrociset, società che nell'Isola fornisce supporto e manutenzione a radar, sensori ottici e apparecchiature varie della base militare ogliastrina e che raccoglie dati sensibili sulle attività svolte oltre la cortina di filo spinato del Poligono.

IL GIALLO La domanda è: a chi appartiene la Vitrociset? In base all'inchiesta sui paradisi fiscali firmata dal Consorzio internazionale di giornalisti investigativi, l'azienda fondata nel 1992 e guidata allora da Camillo Crociani sarebbe al centro di un sistema di scatole cinesi che condurrebbe a una misteriosissima società con sede nei Caraibi e un capitale di un solo dollaro. Ufficialmente la proprietaria è Edoarda Vessel, moglie di Camillo Crociani, e di sua figlia, la principessa Camilla.

I SINDACATI «Noi abbiamo sempre saputo che la proprietaria della società è la vedova Crociani. Tutto qui» spiega sbrigativo Massimo Di Benedetto, rappresentante sindacale che ora vuole vederci chiaro. Ecco perché l'agenda dell'incontro di questa mattina con l'amministratore delegato Paolo Solferino verrà stravolta. «La prima domanda che faremo sarà proprio sulla proprietà. Vogliamo trasparenza, anche perché la situazione attuale non ci lascia affatto tranquilli». Ma non è l'identità del vero proprietario a preoccupare i dipendenti e neppure il sospetto avanzato da parecchi che l'azienda di Curaçao faccia solo da paravento ai servizi segreti. «Non facciamo nulla né di misterioso né di segreto e non è raro che vengano persino le scolaresche a vedere quel che succede qui» continua Di Benedetto. A intimorire per davvero i rappresentanti sindacali è quel che sarà dell'azienda che lavora per il Ministero della Difesa, dell'Interno, della Giustizia e che, per citarne solo alcune, riceve commesse da Poste Italiane e dall'Agenzia delle entrate. Il reportage sui Paradise Papers riferisce di un vero gioiello con un fatturato di 150 milioni nell'ultimo bilancio e un patrimonio familiare difficile da stimare. Le carte di Appleby, la società di consulenza finanziaria con sede nell'isola di Man, che avrebbe curato anche la pratica dei Crociani parla di 445 milioni di dollari. «Ci avevano parlato di una cessione aziendale e l'avevano data quasi per certa. La proprietà sarebbe dovuta passare a un imprenditore del Lazio ma ora a quanto pare è saltato tutto». Al vertice romano che inizierà alle 10 nella sede dell'Unione industriali, i rappresentanti dei lavoratori sardi non saranno presenti perché non sono riusciti a trovare i biglietti aerei. «Saremo in videoconferenza e chiederemo spiegazioni su questo e tanti punti. Nei mesi scorsi è stato confermato un solo contratto a tempo determinato e temiamo che l'azienda voglia esternalizzare il lavoro, cosa alla quale ci opporremo».

LA COMMESSA Dopo le difficoltà degli ultimi anni, quelli delle inchieste giudiziarie sui danni ambientali provocati dalle guerre simulate, della sospensione delle attività nella base e delle proteste dei sindacati che denunciavano trasferimenti e tagli, nello stabilimento della Vitrociset il clima sembra più sereno. A Villaputzu i tecnici stanno lavorando a una commessa importante: costruiscono i carrelli di supporto agli F35, e non solo. Perché la speranza è che venga annunciato presto il rinnovo del contratto con il Poligono per altri tre anni più due. La pratica è ferma per la valutazione di congruità ma l'ufficializzazione dovrebbe arrivare a breve.

Mariella Careddu

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