Svizzera "salata" per il gruppo Bmw, che dovrà pagare una multa di 157 milioni di franchi inflitta nel 2012 dalla Commissione della concorrenza (Comco).

Si tratta di una delle sanzioni più pesanti mai pronunciata dall'autorità elvetica.

In particolare, il tribunale federale ha respinto con una sentenza il ricorso del costruttore tedesco, condannato per aver vietato ai propri concessionari con sede nello Spazio economico europeo di vendere automobili a clienti domiciliati in Svizzera.

Con questo divieto - aveva deciso nel dicembre 2015 il tribunale amministrativo federale - il gruppo si era reso colpevole della violazione della legge federale sui cartelli e altre limitazioni della concorrenza.

Una clausola, per i giudici, corrispondente a un accordo verticale di ripartizione geografica vietato dalla legge, per cui i consumatori elvetici non avevano potuto beneficiare degli importanti guadagni di cambio proprio quando l'euro stava perdendo terreno nei confronti del franco svizzero.

Per garantire l'efficacia del diritto - avevano osservato i giudici di San Gallo - la Comco deve poter agire anche quando i fatti si svolgono all'estero e hanno effetti in Svizzera.

L'indagine contro Bmw è stata aperta il 25 ottobre 2010 e la Comco si era mossa in seguito a un'inchiesta trasmessa una settimana prima da Kassensturz, l'emissione di difesa dei consumatori della televisione svizzero-tedesca.

(Redazione Online/m.c.)
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