Si chiama nomofobia, no-mobile-phobia, ovvero la paura incontrollata di rimanere disconnessi da internet, ed è un'angoscia che affligge la popolazione del pianeta a ogni latitudine, e il Brasile, con 120 milioni di utenti attivi sul web, quarto paese più connesso al mondo, non fa eccezione.

Ecco perché proprio nel gigante sudamericano è stata da poco inaugurata la prima clinica per la disintossicazione digitale, l'Istituto Delete di Rio de Janeiro, dove da settembre si sono già presentate 800 persone di tutte le età, ma soprattutto giovani. È il caso di L.L. 29 anni, la cui passione per la tecnologia si è trasformata in una vera e propria dipendenza che ha compromesso gli affetti e altri interessi, come spiega lui stesso: "il problema dell'uso intensivo di Internet è che si lasciano da parte molte altre cose. Si crea distanza con la famiglia, gli studi, il lavoro, diventa un circolo vizioso".

E Anna Lucia King, psicologa e fondatrice dell'istituto Delete, ne descrive le manifestazioni più frequenti: "angoscia, ansia, nervosismo sono i sintomi della nomofobia che si manifesta ad esempio quando si scorda il telefonino a casa e ci si sente costretti a tornare a prenderlo".

"C'è chi ha diversi cellulari per la paura che si scarichino o più batterie" - ha spiegato lo psichiatra Antonio Nardi - "e se il telefono non suona lo cercano subito con un altro apparecchio. Se qualcuno non legge il messaggio che è stato loro inviato queste persone si sentono perdute e cominciano a mandare altri messaggi. E' il genere di casi tipici della dipendenza da smartphone".

Ora, l'obiettivo della clinica non è certo quello di demonizzare le nuove tecnologie, ma favorirne un utilizzo meno maniacale, attraverso trattamenti gratuiti, che però non garantiscono l'immunità dall'ossessione.

(Redazione Online/b.m)
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