La soluzione a un problema globale passa per un paesino di 7mila abitanti dell'entroterra sardo.

Ne è convinto il quotidiano britannico Telegraph, che ha dedicato un lungo articolo alla sfida della gestione dell'acqua e al successo del progetto Oliena.

Più di un miliardo di persone vive in zone in cui c'è scarsità d'acqua, quasi 700 milioni non riescono ad avere un accesso continuo alla preziosa risorsa, e i due terzi della popolazione mondiale devono affrontare per almeno un mese l'anno la siccità.

Cosa che, come ben sanno i sardi, non avviene solo nei Paesi sottosviluppati.

Oliena, dove di acqua ne serve molta anche per l'agricoltura e i lavori artigianali, è diventata sito di un progetto pilota per la gestione della risorsa ad opera della multinazionale giapponese Hitachi.

L'infrastruttura idrica del Paese era un colabrodo, le perdite raggiungevano il 70%: a Hitachi è stato chiesto di trovare una soluzione.

Che non è quella di tappare i buchi: "Cercare solo le perdite e ripararle è inutile, perché appena ne ripari una ne viene fuori un'altra", ha spiegato al giornale britannico Giacomo Meloni, direttore generale di Hitachi Drives & Automation.

Così gli esperti si sono concentrati su altro, "sulla gestione della pressione e il controllo dell'aria per ottenere la prevenzione delle perdite".

"Le reti - continua Meloni - usano stazioni di pompaggio che utilizzano molta energia, se l'acqua viene persa o sprecata bisogna pompare di più".

È costato 200mila euro il sistema di gestione delle acque di Oliena, tutti soldi recuperati in un anno, visto che la rete idrica del paese ha ridotto le perdite di oltre il 50%.

Il progetto, inserito nell'elenco delle migliori pratiche italiane 2017, verrà replicato in altre città sarde.

(Redazione Online/L)
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