Ha scalato l'Everest al galoppo, combatte la leucemia a forza di successi nell'ippica e con l'animo del sardo combattente.

Come un fante della Sassari sul fronte del Piave, ma senza che ci sia una Caporetto, Pete Piras, 44 anni, origini mogoresi, residente a Wollongon (città affacciata sull'Oceano a qualche decina di chilometri da Sydney), è l'eroe nazionale dell'Australia e un piccolo grande orgoglio per tutta la Sardegna.

Il suo purosangue, Redzel, lo scorso 17 ottobre ha vinto una prova, l'Everest sui 1200 metri al Royal Randwick, il cui montepremi era di oltre 10 milioni di dollari australiani (poco più di sei milioni in euro).

EMIGRATO - Pete nel continente australe ci è arrivato che era ancora in fasce con mamma Neve (pugliese) e il padre Giorgio.

"Ma cerca di ritornare in Sardegna spesso - dice Marco Piras di Mogoro, cugino in secondo grado di Pete - noi siamo molto orgogliosi di lui, ma soprattutto ci siamo emozionati quando il giorno della vittoria del suo cavallo ci ha mandato la foto del trofeo con a fianco la bandiera dei quattro mori.

Lui ama la Sardegna, come pochi altri".

Titolare del ristorante Cosa Nostra, nome insolito per un sardo, meno per un italiano, Pete in Australia ha assecondato quella che è una passione naturale per gli isolani: i cavalli.

E con Redzel ha colpito al centro del bersaglio: il purosangue ha vinto una delle competizioni più ricche dell'Australia e il suo nome e la sua storia hanno fatto il giro del continente portandosi appresso quella bandiera dei quattro mori sventagliata al fianco del trofeo.

LA MALATTIA - "Ero in una situazione difficile perché soffro di leucemia - ha raccontato al termine del Grand Prix ai giornali australiani - con molte sofferenze, ma oggi è fantastico, è incredibile. Oggi devo dire grazie al dottor Redzel".

Un trionfo come questo allontana ogni malanno, ancora di più se vieni da una semisconosciuta isola nel Mediterraneo e ti affermi nell'Isola più grande al mondo, grande come un continente appunto.

I PARENTI - "Abbiamo festeggiato tutti quanti - dice il cugino Marco Piras - ora lo aspettiamo per brindare nuovamente insieme".

Ma soprattutto Marco si raccomanda di sottolineare quanto "Pete sia affezionato all'Isola pur avendola conosciuta solo in vacanza. È un sardo a tutti gli effetti e lui si sente davvero legato alla terra dei genitori".

Maurizio Olandi

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