Un'altra giovane vittima degli sciacalli dei social network.

L'ennesima.

Una quattordicenne cagliaritana è finita nel mirino di qualcuno che si è impossessato per un giorno del profilo Instagram della ragazza per poter poi pubblicare frasi pesantissime, con espliciti riferimenti sessuali, facendola apparire una prostituta.

Episodi purtroppo molto frequenti.

"I genitori" commenta Luca Pisano, dell'osservatorio cybercrime Sardegna, "dovrebbero controllare i profili social dei figli mentre gli adolescenti dovrebbero essere educati a un utilizzo responsabile della realtà virtuale".

Il fenomeno dei furti dei profili social (soprattutto Instagram e Facebook) esiste: le denunce, insieme alle segnalazioni, fatte alla Polizia postale sono numerose.

PRIVACY VIOLATA - L'ultimo caso è stato gestito, e risolto, dall'osservatorio.

Un genitore digitale è venuto a sapere di quanto stava accadendo a una quattordicenne.

Dopo essersi messo in contatto con la vittima è riuscito a capire cosa fosse accaduto, risolvendo la situazione (per ora senza formale denuncia).

"La ragazzina", spiega Pisano, "ha commesso un'ingenuità comune a molte altre vittime. Ha confidato la password del suo profilo Instagram a un'amica. Il dato è poi arrivato ad altre persone che si sono così impossessate dell'account, inserendo frasi volgari con espliciti riferimenti sessuali".

L'osservatorio si è attivato, risalendo alla persona che probabilmente aveva comunicato la password: "Il genitore digitale", evidenzia Pisano, "ha recuperato i dati e il profilo è stato 'restituito' alla proprietaria".

I CONSIGLI - L'episodio avvenuto domenica serve da monito.

"Violare un account e accedere in modo non autorizzato è un reato", ricorda il responsabile dell'osservatorio cybercrime.

"I ragazzi non sono educati. Non sanno di correre rischi enormi impossessandosi di profili di altre persone o denigrando conoscenti sui social. E i genitori non hanno gli strumenti per vigilare".

Le denunce alla Polizia postale per furti d'identità, violazione dei dati personali e diffamazione sui social sono numerose, quasi quotidiane.

A volte c'è chi confida la password a un amico. Ma esistono anche precise tecniche per violare un account.

In entrambi i casi si commette un reato e le conseguenze possono essere molto pesanti.

L'INCONTRO - Il 20 novembre, nell'aula magna della Corte d'appello, si svolgerà un seminario gratuito per i genitori proprio su questo tema organizzato dall'osservatorio, con la collaborazione dell'ufficio del Garante della privacy e della Polizia postale.

Matteo Vercelli

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