"Andare in Corea del Nord? Partirei anche subito".

È così che l'ex presidente americano Jimmy Carter, 93 anni, ha risposto in un'intervista al New York Times rilasciata nel suo ranch in Georgia.

Carter, democratico salito alla Casa Bianca dal 1977 al 1981, sostiene di aver parlato al generale H.R. McMaster, consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump, proponendo di poter partire per negoziare con il dittatore Kim Jong-un e tentare un disgelo sul nucleare.

"Gli ho detto che, se hanno bisogno di me, sono assolutamente disponibile".

"Kim vuole preservare il regime - ha proseguito -. Penso che adesso abbia abbastanza armi nucleari per distruggere la penisola coreana e il Giappone. Forse persino i territori americani".

Per Carter non sarebbe la prima volta in Nord Corea: nella metà degli anni Novanta era volato fino a Pyongyang contro il volere dell'allora presidente Bill Clinton per un accordo con Kim II Sung, nonno dell'attuale leader.

Ci è tornato nel 2010, per una "missione umanitaria privata": ottenere il rilascio di un cittadino statunitense, Aijalon Mahli Gomes, incarcerato perché entrato illegalmente nello Stato orientale.

Nel 2002 l'ex inquilino dello Studio Ovale ha vinto un Nobel per la Pace "per il suo impegno decennale alla ricerca di soluzioni pacifiche ai conflitti internazionali, all'affermazione della democrazia e dei diritti umani e alla promozione dello sviluppo economico e sociale".

(Redazione Online/D)

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