C'è chi per ammirare un'opera d'arte va in un museo. E chi trova la bellezza nelle viscere della terra, tra le concrezioni, i laghi e le cascate di una grotta. Magari arrivandoci in barca dopo aver fatto il bagno nel mare cristallino delle coste ogliastrine, sulcitane e algheresi, percorrendo sentieri circondati dal verde tra profumo di salsedine, mirto e corbezzolo o, talvolta, calandosi da una parete con una fune.

OLTRE 350MILA VISITATORI - Quello delle grotte è uno dei tanti turismi possibili nell'Isola. Attira un viaggiatore esigente, che ama associare il mare (quasi mai quello stereotipato) al trekking e sa apprezzare i doni della natura e il cibo che produce. Una nicchia che oggi vale circa 350mila visitatori all'anno, tanti sono i biglietti staccati nei 12 siti più importanti dell'Isola. La superstar è Nettuno, circa 150mila visitatori da gennaio a settembre (+10% rispetto al 2016), seguita dal Bue Marino, la grotta più lunga d'Italia con i suoi 76 chilometri, di cui 900 aperti al pubblico. Ma tutte le altre - da Ispinigoli al Fico, da Su Marmuri a Is Zuddas, da San Giovanni a Su Mannau, da Is Janas a Su Meraculu - hanno numeri in crescita, in media del 20%.

TURISTI TEDESCHI - Richiamano soprattutto tedeschi, inglesi e francesi che lasciano commenti entusiastici sui portali specializzati aprendo la strada al proselitismo turistico. "Apprezzano l'elevata qualità delle risorse naturali, l'ambiente selvaggio e si sorprendono di averli a un'ora e mezzo da casa", spiega Ivo Rossetti, bioecologo, ideatore e amministratore di Sardegna natura, un portale molto ben fatto che dal 2012 promuove in rete le risorse naturali sardi, grotte comprese, e può vantare 200mila visualizzazioni all'anno.

"UNA MERAVIGLIA" - La grotta del Fico, a Baunei, è una delle perle ogliastrine incastonata nel golfo di Orosei. È una tappa del sentiero Selvaggio blu, un circuito di trekking apprezzato dagli appassionati. A gestirla è la Società speleologica bauneese costituita da un gruppo di Guide ambientali escursionistiche esperte. "Pensate alla meraviglia di chi passa da Cala Goloritzé a questo posto meraviglioso", racconta Claudio Calzoni, una delle guide. "Abbiamo scelto di fare un lavoro di qualità e non di quantità e questo paga. Facciamo visite diurne e notturne, con possibilità per i più esperti di dormire in grotta per una notte. Le nostre guide parlano inglese, francese e tedesco, tutte le altre lingue sono disponibili nelle audioguide. Il Comune ci sostiene ottimamente", aggiunge. I visitatori - gruppi di 50 persone - da metà giugno a metà settembre sono stati circa 20 mila.

LAVORO IN RETE - Ferdinando Pellegrini, sindaco di Fluminimaggiore, punta molto sulle grotte di Su Mannau per promuovere turismo e occupazione in un territorio che conta molto sui percorsi archeologici-minerari per differenziare la sua offerta turistica. "Abbiamo avuto 15 mila visitatori tra aprile e ottobre, siamo soddisfatti. Anche perché facendo rete con le altre attrazioni della nostra zona, dal tempio di Antas alla spiaggia di Portixeddu, e con le associazioni che le gestiscono stiamo crescendo bene e ci stiamo facendo apprezzare in tutto il mondo".

I FIORI DI GROTTA - Quelle di Is Zuddas sono fra le quattro grotte sulcitane: dentro sorprendono i "fiori di grotta", grossi ciuffi di cristalli simili ad aghi, ed i cosiddetti aragoniti eccentrici dalle forme bizzarre. "Nella stagione in corso abbiamo ospitato 24 mila visitatori, più 20 per cento rispetto all'anno scorso", riferisce Rodolfa Atzeni, che fa parte dell'azienda che gestisce il sito (e la trattoria attigua) dal 1985.

UN VERO MIRACOLO - Su Meraculu, con le sue splendide formazioni colonnari e stalagmitiche a cavolfiore, si affaccia su Cala Sisine. La stagione di Vincenzo Incollu, che la gestisce dal 2002, va da aprile a ottobre. Dice che la sua è "la grotta più bella della Sardegna". Ma è davvero difficile, tra tanta bellezza, scegliere la più bella.

Fabio Manca

© Riproduzione riservata