Voleva farmaci e soldi, subito. Al secco no della dottoressa del Centro di salute mentale di via Raffaello, ha perso le staffe e le ha lanciato lo schermo di un computer. La donna, nel tentativo di proteggersi, è stata colpita al braccio destro. Solo dopo un parapiglia l'aggressore è stato immobilizzato dagli agenti della Polizia municipale. Per la donna tanto spavento, una frattura e la paura di tornare al lavoro. L'episodio ha messo ancora una volta in evidenza il fatto che alcuni presidi sanitari sensibili non hanno nessun tipo di protezione e qualsiasi malintenzionato può introdursi senza difficoltà.

IL TERRORE - Venerdì è una giornata movimentata al Centro di salute mentale. Sono le 14 e in via Raffaello le due psichiatre stanno gestendo due casi urgenti. In un ambulatorio una dottoressa, con gli agenti della Polizia municipale, si sta occupando di un Tso (Trattamento sanitario obbligatorio) su un paziente; nell'altra stanza la collega è alle prese con una donna con problemi mentali che le causano gravi sofferenza. A un certo punto nella struttura entra un giovane (omettiamo il nome perché anche lui ha gravi patologie legate a tossicodipendenza e alcol) che chiede di parlare con le dottoresse. Urla, è in evidente stato di agitazione. Pretende di essere ricevuto: ha necessità di farmaci sedativi e contributi legati alla Legge 20 (per malati psichiatrici) senza averne diritto.

Vista l'insistenza una dottoressa (che per evitare ritorsioni non vuole vedere il suo nome sul giornale) decide di trascurare per un attimo la paziente che ha in cura e dedicarsi al giovane. Ribadisce la sua necessità: "Datemi i farmaci". All'ennesimo no, vista l'inutilità della sua insistenza prende il video (con il tubo catodico e quindi molto pesante) del computer e lo lancia contro la povera psichiatra. La donna cerca di ripararsi e alza il braccio destro. L'istinto è stato determinante: il video, che avrebbe potuto colpirla in faccia, viene deviato ricadendo sulla scrivania. Solo allora gli agenti della Municipale riescono a entrare e a bloccare l'uomo.

La dottoressa viene trasportata dal 118 a Cagliari al Pronto soccorso dell'ospedale Santissima Trinità, da dove esce con un braccio ingessato.

LA ASSL - La direzione della Assl "nell'esprimere tutta la solidarietà all'operatrice" precisa che "sta potenziando la collaborazione tra servizi (dipendenze e salute mentale) per le risposte più mirate. La sicurezza degli operatori e dei pazienti va garantita anche tramite una stretta collaborazione tra polizia locale, forze dell'ordine e Magistratura. È chiaro che la militarizzazione di luoghi come i Csm (Centro salute mentale) - anche per evitare qualsiasi stigmatizzazione nei confronti degli utenti - non può essere l'unica risposta a situazioni sociali complesse come quella di venerdì".

Andrea Artizzu

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