"Anche chi soffre di emofilia può vivere una vita normale". Parola di Mario Cabras, campione sardo di tennis in carrozzina, in cura presso l'ospedale Santissima Annunziata di Sassari.

Una struttura che è uno dei punti di riferimento regionali per chi ha bisogno di assistenza per questa malattia ereditaria, caratterizzata dalla comparsa di emorragie dei tessuti muscolari (ematomi) e delle articolazioni (emartri), che si presentano in modo spontaneo o dopo eventi traumatici.

Una storia esemplare quella di Cabras, che è riuscito a non far condizionare la sua esistenza dalla malattia, grazie alla vicinanza dei medici sassaresi - è seguito dall'Unità operativa di malattie della coagulazione - e grazie allo sport.

Ora, dopo essere entrato nella top 8 tra gli atleti della sua specialità e dopo aver partecipato con successo ai più importanti tornei nazionali, Mario ha deciso di raccontare la sua esperienza a beneficio degli altri.

"Prima non avrei mai pensato di arrivare a questi livelli - dice - la consideravo una cosa quasi impossibile. Vorrei trasmettere fiducia a chi come me soffre di questa patologia perché, grazie alle terapie che sono state sviluppate nel corso degli anni, è possibile vivere una vita normale. E, come nel mio caso praticare uno sport dal quale ottenere risultati gratificanti".

"L'emofilia è una malattia rara - fa eco Lucia Anna Mameli, responsabile della struttura sassarese - e come tale merita particolare attenzione".

Secondo il registro nazionale delle coagulopatie congenite, pubblicato nel 2016 dall'Istituto superiore della Sanità e riferito al 2014, in Sardegna sono più di duecento i pazienti sardi con questo tipo di patologie.

(Redazione Online/l.f.)
© Riproduzione riservata