C'è tanta preoccupazione e disperazione fra i pastori di Sinnai. La blue tongue non sta risparmiando le greggi e gli allevatori lanciano l'allarme.

Lunedì il sindaco Matteo Aledda li incontrerà in Municipio. E intanto l'Sos è stato indirizzato anche alla Regione.

La malattia viene trasmessa dalla puntura di un insetto. "È dal 15 settembre -, dicono gli allevatori Angelo e Pierpaolo Spina -, che registriamo la moria del bestiame. I danni superano addirittura quelli registrati nel 2013. Gli aborti annunciati faranno il resto. Dovremmo anche accudire degli animali impossibilitati alla produzione. La nostra azienda è composta da 700 capi: il 15% sono già morti. A questi numeri vanno aggiunti una centinaia di aborti. Dopo il latte pagato a 50, 60 centesimi e la siccità, ora la blue tongue rappresenta il colpo di grazia per il nostro settore".

Alcuni pastori di Sinnai
Alcuni pastori di Sinnai
Alcuni pastori di Sinnai

Dello stesso avviso Massimo Lai: "La mia azienda è composta da 350 capi di cui 150 colpiti dal virus. Trenta capi morti e una cinquantina di aborti". Stessi danni anche per Roberto Frigau: "Ho un'azienda con 450 capi di cui 200 infette, 20 capi morti e 80 aborti". Pietro Ruggieri spiega: "Ho 700 capi di cui 100 con sintomi di blue tongue. Gli aborti sono circa 40. Sono morte una decina di pecore. Siamo al collasso. Non riusciamo più a gestire la situazione. Con la siccità è un disastro. Non c'è più pascolo. Non abbiamo neppure un centesimo per poterle aiutare. Siamo impotenti davanti a questo scenario. Vedere il nostro lavoro di una vita scomparire sotto i nostri occhi e non poter far nulla perché non abbiamo risorse finanziare. Per non parlare del prezzo del latte che è davvero vergognoso in quanto c'è stato pagato a 60 centesimi".

Disperato anche Mosè Farci: "La mia azienda ha 250 capi. Il gregge è stato colpito dal virus. I danni sono ingenti".
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