Gianfranco Fini e sua moglie Elisabetta Tulliani, con il fratello e il padre di lei, Giancarlo e Sergio, rischiano di andare a processo con l'accusa di riciclaggio.

La procura di Roma ha notificato in giornata la chiusura dell'indagine a loro carico, partita dall'inchiesta sugli affari di Francesco Corallo, re delle slot machines arrestato lo scorso 13 dicembre.

Sono dieci le persone coinvolte nella vicenda, e oltre agli stretti collaboratori di Corallo c'è anche il deputato di Forza Italia Amedeo Laboccetta, secondo gli inquirenti partecipe di un'associazione a delinquere transnazionale dedita ai reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Ripuliti i profitti illeciti, Corallo secondo gli inquirenti li reimpiegava in attività economiche e finanziarie, acquisizioni immobiliari, e in parte li destinava alla famiglia Tulliani.

I Tulliani avrebbero ricevuto sulle loro società offshore enormi trasferimenti di denaro da parte di Corallo, tutti privi di causale o giustificati con documenti fittizi, per un valore di oltre 7 milioni di euro.

FINI - La vicenda che coinvolge l'ex presidente della Camera riguarda la vendita dell'appartamento di Montecarlo, di proprietà di Alleanza Nazionale. Da quella casa, in Boulevard Princesse Charlotte 14, i Tulliani ottennero una plusvalenza di oltre 1,2 milioni di euro. Su quella storia c'è anche l'ombra della corruzione: i soldi arrivarono dalle società di Corallo sui conti dei Tulliani in coincidenza con l'approvazione del decreto che rinnovò la disciplina del gioco d'azzardo a vantaggio delle società coinvolte nell'inchiesta. E gli inquirenti scrivono che le indagini hanno evidenziato "come Corallo abbia saputo prevedere l'evoluzione degli orientamenti normativi della maggioranza di governo e come si sia giovato delle disposizioni della legge di stabilità del 2010, utilizzando plurime interlocuzioni con esponenti politici, connotate anche da elargizioni di denaro". A nessuno degli indagati è contestato il reato di corruzione, ma nel corso delle perquisizioni sul pc in cui Corallo teneva il conto di ogni pagamento con relativa causale, gli inquirenti hanno trovato un bonifico di centinaia di migliaia di euro in favore di Sergio Tulliani, e nella causale si faceva riferimento proprio all'approvazione del decreto sulle slot.

(Redazione Online/L)

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