Cinque i testimoni, di cui ben quattro familiari di Stefano Masala, il ragazzo di Nule scomparso la sera del 7 maggio del 2015, in un'udienza fiume e a tratti drammatica.

Nel processo in corso in Corte d'assise a Nuoro a carico di Alberto Cubeddu di Ozieri - accusato in concorso con suo cugino Paolo Pinna dell'omicidio dello studente di Orune Gianluca Monni e di Stefano Masala di Nule - anche oggi fino al tardo pomeriggio non sono mancati momenti di tensione nei diversi scontri accesi tra pubblica accusa, parti civili e i difensori dell'imputato.

Sul banco dei testimoni sono sfilati Marco, Giuseppe, Valentina e Alessandra Masala, padre e fratelli del ragazzo scomparso la sera del 7 maggio del 2015. Prima di loro Nino Goddi di Orune, amico di Gianluca Monni che assistette nella sala da ballo al litigio ritenuto dagli inquirenti la causale dei delitti.

In particolare Marco Masala - è stata la sua la deposizione più lunga, spesso interrotta dalle lacrime - ha ricordato in maniera lucida quei terribili momenti di due anni fa. Quell'ultima sera trascorsa con il figlio a cui prestò la macchina. A quel ragazzo semplice che gli disse che doveva incontrare una ragazza, ma non fece più ritorno a casa. Dal genitore il terribile racconto delle ricerche e delle varie testimonianze raccolte che lo portavano a Pinna con cui suo figlio pare abbia trascorso parte delle serata. Poi le indagini anche private, la speranza che lo portò anche a Roma per seguire una segnalazione arrivata alla famiglia. Ed infine il dramma nel dramma con la morte di sua moglie Carmela, distrutta dal dolore e dalla malattie ad un anno esatto dalla scomparsa del figlio.

Si torna in aula il 16 e il 17 novembre.

PINNA CONDANNATO A 20 ANNI:

IL TENTATIVO DI FUGA:

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