"Camminavo da sola per strada, saranno state le 23.30, camminavo, mi piace camminare, poi amo Firenze e amo la notte. Mi si avvicina un gruppo, saranno stati 25 ragazzi ubriachi (italiani), scherzano, mi chiedono un selfie, ridono... io volevo andare via ma vabbè si sta allo scherzo. A un certo punto, non saprei nemmeno spiegare come, mi accerchiano e iniziano a dire frasi come 'daaai vieni con noi, ti facciamo divertire, 25 contro 1 si fa una bella serata, facciamo una gang bang, ti facciamo godere, tanti tutti insieme non ne hai mai visti, tanto si vede che sei una che ci sta".

Inizia così, in un post su Facebook, il racconto che una ragazza livornese, G. G., ha fatto di un sabato sera a Firenze, quando è stata molestata da un branco, ed è stata poi salvata da un venditore di rose.

È accaduto lo scorso sabato, in piazza della Repubblica, nel pieno centro storico del capoluogo toscano.

La giovane, racconta, respinge le avances ma diventa sempre più difficile divincolarsi.

"Decidono di accerchiarmi ancora di più, tenermi per un braccio e iniziare a insultarmi... Io cerco di andare via ma chiaramente non ci riesco, quindi decidono di tirarmi addosso bicchieri e cannucce e uno di loro, o forse un paio mi sputano, o tentano di farlo, tutto questo mentre altri riprendevano con il telefonino. L'unica persona che interviene è Hossein, un venditore di rose ambulante che riesce a mandare via i ragazzi".

"Hossein mi da un fazzoletto per asciugarmi le lacrime - continua il racconto della ragazza-, mi porta in un posto dove mi offre da mangiare e da bere, mi fa portare degli asciugamani per pulirmi e mi regala una rosa. Se non ci fosse stato Hossein io stasera non potrei raccontare questa storia, non sapendo come ringraziarlo gli ho donato una mia fototessera in modo che si ricordasse sempre il volto della ragazza che ha salvato quella sera. Grazie perché a questo mondo ci sono persone come Hossein, che aiutano senza volere niente in cambio. Questo è un volto che non dimenticherò mai".

"Ho deciso di scrivere cosa mi è accaduto perché molti pensano che non ci sia bisogno del femminismo, dell'antisessismo, dell'integrazione, che in fondo quei ragazzi stessero solo scherzando, che sono ragazzate, che 'gli stranieri a casa loro'. Noi tutte dovremmo trovare la forza di dire ciò che ci accade, anche se proviamo vergogna, dobbiamo trovare il coraggio di parlare, per essere solidali, per non abituarci a questa mentalità macista e per liberarcene".

(Redazione Online/D)

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