Coltivazione della canapa: un "vuoto normativo" che non si colma neanche con le ultime ipotesi sul tavolo delle commissioni governative. I coltivatori, a livello nazionale e anche in Sardegna, restano inascoltati.

Anche a Senorbì si coltiva canapa industriale, e qui lavora Claudio Cancedda, responsabile comunicazione vendita di un'azienda che produce, trasforma e vende prodotti a base di canapa "rigorosamente sarda" nei campi della zona di Ortacesus. "Condividiamo la battaglia in corso da parte delle aziende di settore, anche se non siamo impegnati in prima linea. Noi produciamo pasta, pane carasau, biscotti, grissini nel nostro laboratorio e portiamo avanti una filosofia legata strettamente all'alimentare, quindi proponiamo i derivati della canapa solo come cibo".

Una filiera cortissima, "diretta a valorizzare la qualità della produzione sarda. Per questo il problema dei semi che arrivano dall'estero non ci tocca, ma ovviamente sosteniamo le tesi degli altri operatori, anche sull'assenza di una completezza normativa", conclude.

Claudio Cancedda
Claudio Cancedda
Claudio Cancedda

A livello nazionale fa il punto Davide Galvagno, canapa-coltivatore di una cooperativa agricola che interessa alcune centinaia di ettari di terreno principalmente in Piemonte. Oggetto del contendere è la bozza presentata dal ministero e che riguarda i nuovi livelli di Thc (il principio attivo) contenuto negli alimenti derivati dalla canapa industriale. "Il ministero però - dice Galvagno - si è dimenticato di nuovo del problema dei fiori, che non è stato proprio considerato. Danno l'autorizzazione alla coltivazione della canapa sativa (questo il nome scientifico, ndr), ma poi non regolamentano le infiorescenze".

Le infiorescenze sono visivamente molto simili a quelle della canapa utilizzata a fini ludici ma non contengono lo stesso principio attivo.

Davide Galvagno
Davide Galvagno
Davide Galvagno

Il Thc nei semi e derivati dalla canapa, come olio e farina, spiega inoltre Andrea Spurio, coltivatore marchigiano, "deve arrivare al massimo allo 0,0002 per cento, ossia 2 mg/kg, nella nuova bozza", attualmente esiste una legge, la 242 del 2016, che non regolamenta questo aspetto. Ecco il motivo per cui "ci aspettavamo che la bozza riempisse il vuoto normativo".

Andrea Spurio
Andrea Spurio
Andrea Spurio

C'è poi l'ulteriore questione dei semi, "che ogni anno - aggiunge - dobbiamo comprare, perché non possiamo usare quelli da noi prodotti, da venditori certificati; e secondo la legge devono avere un livello di Thc dello 0,2%". Qui sorge il problema: "Il testo che verrà discusso chiarisce che questo limite non riguarda i prodotti che arrivano dall'estero, quindi il mercato italiano potrebbe essere invaso da semi con valori superiori".

La richiesta dei coltivatori è una: "Inserire nella bozza il riferimento all'intera pianta considerata dalla radice alle infiorescenze. Solo così si potrà avere una seria e completa regolamentazione della produzione di canapa, che permetta anche una forma di tutela nei confronti degli operatori italiani".

Sabrina Schiesaro
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