Delle due l'una. O il bando per la continuità territoriale è stato scritto con i piedi, o c'è da volare a Bruxelles a rovesciare scrivanie.

I precedenti - burocratici e politici - non danno alternative. Di mezzo c'è la libertà del popolo sardo-italiano-europeo, che ha lo stesso diritto a muoversi dei tedeschi che si spostano tra Monaco e Berlino.

Le Giunte regionali - e gli assessori ai Trasporti - vanno e vengono, ma raramente, dopo la felice intuizione di Antonio Attili (il deputato papà della continuità aerea, era il 1998) noi sardi abbiamo goduto della giusta attenzione da parte dei controllori di volo stipendiati dalla Commissione europea.

Ecco l'ultima. A gennaio Francesco Pigliaru e Massimo Deiana, con i colleghi dell'esecutivo, benedicono a Villa Devoto il nuovo bando per la continuità che, quattro mesi dopo, viene pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Ue. A luglio, aperte le buste, si scopre che su Cagliari nessuna compagnia, in primis Alitalia, accetta di vendere biglietti scontati (pur godendo di contributi pubblici) mentre, su Olbia e Alghero, scendono in pista Meridiana e Blue Air. L'altro giorno, per questi due scali, è scattato il semaforo rosso della Ue. La Regione, invece di programmare "servizi minimi", ha volato alto. Suona più o meno così: voi sardi, che siete quattro gatti, dovrete prendere l'aereo solo quando è necessario, perché le vostre tariffe agevolate pesano sui conti pubblici e fanno concorrenza sleale ai tedeschi che si spostano in Bmw tra Berlino e Monaco. E pensare che qualcuno si indignò quando, su queste colonne, il 25 giugno, definimmo fuffa il G7 dei Trasporti, vertice mondiale convocato a Cagliari per parlare del sesso degli angeli. Pigliaru e i colleghi di Corsica e Baleari colsero l'occasione al volo per consegnare alla commissaria europea dei Trasporti Violeta Bulc un dossier sugli svantaggi dell'insularità. O anche quello era scritto con i piedi, oppure c'è da rovesciare scrivanie.

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