Anche nelle verdi colline di Samugheo "più lo mandi giù e più ti tira su".

Nella capitale del Mandrolisai la fragranza del pane "su tzichi" si mischia a quella del caffè prodotto dall'unica azienda di torrefazione della provincia e una delle poche in Sardegna.

Nata dalla passione di un ex rappresentante e poi concessionario di caffè, oggi l'azienda dà lavoro a dieci persone, produce 320 quintali all'anno e punta dritta verso il mercato estero.

LA STORIA - La "Eurokafe" è sorta nel settembre del 2005 quando Ottavio Pinna decise di mollare il lavoro e investire i soldi per aprire una torrefazione.

"È sempre stata una mia passione e ora ci campiamo pur tra mille sacrifici", dice Pinna. Sacrifici che nascono anche dall'aver voluto aprire lo stabilimento nella sua cittadina. "Sì, molti anche in termini di costi ma non vedevo questa attività se non a Samugheo. Abbiamo comprato i macchinari e iniziato a far arrivare i caffè dai maggiori porti italiani. All'inizio lavoravamo circa cento quintali l'anno, oggi il volume è più che triplicato".

Il caffè made in Samugheo viene servito da più di duecento esercizi in tutta la Sardegna "e abbiamo un cliente anche in Russia. Adesso, dopo questo periodo in cui ci siamo stabilizzati, crescendo in media il 20 per cento l'anno, abbiamo deciso di investire e portare il nostro prodotto all'estero - annuncia Ottavio Pinna - Nell'azienda ci lavora anche mia moglie e mio figlio di 21 anni e l'obiettivo è strutturaci e aumentare il volume d'affari".

IL LAVORO - Produrre caffè non è semplice. Bisogna selezionare il prodotto che arriva da ogni parte del mondo, creare la miscela giusta, farla tostare e riposare, poi imballarla e portarla nei locali.

"Dall'arrivo nell'azienda alla vendita ci vuole una settimana. Ma non è solo questo: alle attività devi offrire tutte le attrezzature, dalla macchina alle tazzine e insegna, e ovviamente devi seguirle nella manutenzione. E adesso in un bar di Ghilarza abbiamo deciso di offrire ai clienti, per la prima volta in provincia, diversi tipi di caffè, da quello del Brasile al Guatemala".

IL CONSIGLIO - Ma come si riconosce un caffè buono?

"Ognuno ha ovviamente i suoi gusti. In linea di massima non deve avere vizi, cioè l'aroma non deve essere distorto ad esempio dalla macchina e dal macinino che magari non sono puliti adeguatamente. In ogni caso il buon caffè non ha bisogno di essere accompagnato dal bicchiere d'acqua".

Michele Masala
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