Ai bambini delle Elementari dell'istituto Allori di Iglesias è sembrato un dejà vu: giovedì (13 ottobre) alla stazione di Cagliari non potevano credere ai loro occhi, il treno non aveva abbastanza posti per contenerli e hanno dovuto di nuovo viaggiare in piedi in quei vagoni che i pendolari definiscono "carri bestiame".

Come l'anno scorso erano andati a Cagliari per partecipare alle tappe del Festival Tutte storie. Muovere una scolaresca è un'operazione che per un istituto richiede una pianificazione, in particolare se si prende un treno.

All'andata tutto sembrava aver funzionato, e che fossero solo un brutto ricordo i viaggi dell'anno precedente che li avevano lasciati senza posto nonostante l'istituto avesse ricevuto l'autorizzazione dell'assessorato regionale ai Trasporti.

Purtroppo al ritorno si sono resi conto che la disavventura si stava ripetendo: non c'erano sedili per tutti così i bimbi più grandi si sono accomodati per terra o sono rimasti in piedi per un'ora.

"Che società si costruisce se i bambini sono invisibili?", spiega la docente Enrica Ena: "Prima di tutto siamo educatori - prosegue la Ena - ai bambini non trasmettiamo solo nozioni ma dobbiamo insegnare la cittadinanza come l'uso responsabile dei mezzi di traporto per mantenere il mondo al meglio. Ora cosa possono pensare?"

Quest'anno è aumentato pure il prezzo del viaggio: "Hanno pagato 7.80 euro, un biglietto intero come un adulto e non hanno tenuto nuovamente conto dei loro diritti e non si sa che accadrà per i prossimi incontri. Come insegnanti dobbiamo fornire loro un esempio; non rimanere indifferenti di fronte alle ingiustizie e avere quella che Bruno Tognoloni definisce rabbia giusta per cercare di cambiare le cose. Non è un problema solo nostro ma di tutto il territorio".

Trenitalia spiega il disservizio come il male minore per ovviare a un problema tecnico: la corsa sarebbe stata da sopprimere per un guasto a delle carrozze, ma proprio per riportare a casa la scolaresca l'azienda ha scelto comunque di mantenerla anche se con una capienza ridotta. La scuola se lo ritenesse opportuno potrebbe inoltrare un reclamo e avviare la valutazione di una richiesta di risarcimento.
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