Striscioni appesi e una tenda in presidio permanente allestita sotto il municipio dai 25 disoccupati Geosar.

Riuniti in un'importante protesta chiedono l'impegno della Regione per la loro ricollocazione professionale.

Dal primo gennaio sono senza occupazione e percepiscono un assegno di disoccupazione, una sorta di cassa integrazione di 800 euro (per due anni) che diminuisce mese dopo mese.

Non è sicuramente sufficiente per i tanti padri di famiglia con figli che studiano e tasse da pagare.

Da 10 mesi non svolgono più lavori per conto del Comune perché non rientrano nel progetto del Parco Geominerario finanziato dalla Regione.

Quegli stessi operai hanno effettuato numerosi interventi nel patrimonio cittadino, dalla costruzione dell'ecocentro ai marciapiedi del Corso e anche all'Asinara con la manutenzione di immobili e la realizzazione di percorsi pedonali.

"Eravamo stati stabilizzati come lavoratori socialmente utili perché prima Porto Torres e Asinara facevano parte del Parco Geominerario - spiegano alcuni operai Geosar - adesso siamo fuori da questo contesto e seppure nell'incontro di mercoledì in Regione ci hanno assicurato che non ci faranno fuori ora non sanno come ricollocarci".
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