Condannata a cinque anni di carcere per traffico di droga, ma assolta dall'accusa più pesante: aver fatto parte di un'associazione a delinquere che importava cocaina dal Belgio.

Jessica Palla, 26 anni, è stata riconosciuta colpevole di aver portato con sé droga durante alcuni viaggi effettuati quando aveva tra i 18 e i 20 anni.

La giovane era finta nei guai quando la Direzione distrettuale antimafia di Cagliari aveva iniziato un'imponente indagine sui componenti della famiglia Palla di Sestu, coinvolti poi in due distinte operazioni della divisione Anticrimine.

Jessica Palla, però, è stata processata da sola perché il difensore, Riccardo Floris, aveva rilevato che - almeno per alcune imputazioni - era già stata condannata in Belgio e non poteva essere processata due volte per gli stessi fatti.

Ottenuta la rogatoria, il giudice Lucia Perra aveva stralciato la sua posizione rispetto a quella del padre Roberto, di uno degli zii e degli altri presunti componenti della banda.

Circa un anno più tardi, sempre gli investigatori della Dda - coordinati dal sostituto procuratore Guido Pani - avevano effettuato una seconda operazione contro un'altra presunta banda capeggiata da Ignazio Palla, un altro zio, sequestrando una villa e beni per alcuni milioni di euro.

IL PROCESSO - Celebrato con il rito abbreviato, il processo contro la ragazza si è chiuso con la condanna a cinque anni.

In particolare, il gup Perra l'ha ritenuta responsabile di aver portato dal Belgio circa quattro chili e mezzo di cocaina tra il 2 e il 3 aprile 2011, altri cinque chili il 12 aprile dello stesso anno e una quantità non precisata di droga in un altro viaggio tra il 2009 e il 2011.

A inchiodare la ragazza sarebbero state le intercettazioni raccolte dalla Dda nell'ambito dell'inchiesta sulla famiglia.

In particolare, erano state registrate alcune conversazioni in carcere col padre, che le avrebbe fornito indicazioni su cosa fare al suo arrivo in Belgio.

Il resto della presunta banda ha ricevuto condanne tra i 9 e i 14 anni.

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