L'ordine di uccidere gli era arrivato dall'alto, da una voce che sentiva solo lui.

"Ero nella mia stanza a parlare con Sant'Antioco quando mia madre ha bussato alla porta", il pranzo era pronto, "ma lui mi ha detto: molladda", lasciala perdere.

La donna però aveva insistito, e a quel punto era cambiato tutto: "Mi ha detto boccidda", uccidila.

E così Angelo Dessì, 56 anni, aveva fatto: quaranta coltellate contro l'anziana madre, Paola Schiffino, 86 anni, casalinga, che aveva inutilmente cercato di difendersi. Un massacro. Se così non avesse fatto, "sarebbe stato il santo a ucciderla per poi far venire un infarto a me".

CONSULENZA - È la delirante versione resa allo psichiatra Antonello Canu dal responsabile di un delitto particolarmente feroce commesso lo scorso 30 luglio nella casa di famiglia, in via Pietro Nenni. Dall'esame, chiesto dal pubblico ministero Alessandro Pili, è emersa la totale incapacità di intendere e volere dell'uomo ma anche la sua elevata pericolosità sociale.

Da allora l'indagato è chiuso in carcere, a Uta.

Ora, depositata la consulenza, il magistrato inquirente ha chiuso l'inchiesta e attende l'udienza preliminare del 22 gennaio davanti alla gup Gabriella Muscas.

Omicidio volontario l'accusa della quale deve rispondere Dessì.

VIOLENZA - Il corpo senza vita della donna era stato trovato circondato da santini, immagini religiose e due ceri.

Eppure l'esplosione di violenza era arrivata inattesa, mai il 56enne (che soffre di problemi psichici) aveva avuto atteggiamenti ritenuti a rischio.

Forse le sue condizioni erano peggiorate per il caldo elevato di quei giorni, e comunque i familiari avevano pensato di portarlo in quelle ore al centro di salute mentale, dove era in cura, per una visita di controllo. Non avevano avuto il tempo.

Uno dei figli della donna aveva telefonato per sapere se fosse tutto a posto, e alla domanda Angelo Dessì aveva risposto: "Ho ucciso mamma".

AUTOPSIA - I poliziotti della Squadra volante avevano trovato l'appartamento al buio, la vittima era in cucina. Dessì era nella camera da letto.

L'autopsia eseguita dal medico legale Roberto Demontis aveva consentito di individuare quaranta ferite inferte in più parti del corpo con due coltelli (poi sequestrati dalla Scientifica), mentre le lesioni trovate sulle braccia e le mani della pensionata dimostravano il suo tentativo di difendersi.

Dessì era stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell'ospedale Santissima Trinità, dove gli agenti della Squadra mobile non lo avevano perso di vista un minuto. Poi il trasferimento in cella.

Andrea Manunza

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