Continua il processo per l'omicidio di Kim Jong-nam, fratellastro del dittatore nordcoreano.

Stando a quanto emerso dalle ultime udienze, una delle accusate per la morte di Kim, ucciso con l'agente nervino VX nell'aeroporto di Kuala Lumpur lo scorso 13 febbraio, aveva fatto le "prove generali" prima di lanciargli addosso il gas.

Lo dimostra un video, mostrato ai giudici che conducono il dibattimento contro la 29enne vietnamita Doan Thi Huong e la coimputata, la 25enne indonesiana Siti Aishah, in cui Doan avvicina velocemente una persona e le cosparge il viso di una sostanza prima di allontanarsi in tutta fretta, due giorni prima dell'agguato.

Le due imputate continuano a dichiararsi innocenti, sostenendo di essere state ingaggiate per uno scherzo televisivo. Una versione dei fatti discordante con quanto riferito dall'agente di polizia Wan Azirul Nizam: la donna, ha raccontato, sembrava conoscere la pericolosità della sostanza che aveva sulle mani: "Aveva fretta di lasciare la zona e dal movimento delle sue mani si capiva che era in difficoltà".

"Le teneva distanti, aperte, come se volesse evitare di toccare i vestiti o parti del proprio corpo - ha spiegato l'agente -. Era molto nervosa e si capiva che voleva uscire da lì al più presto".

L'INCONTRO SOSPETTO - Stando alle riprese di un'altra telecamera, la seconda imputata, Siti Aishah, aveva incontrato il giorno stesso dell'agguato, all'interno dello scalo, un uomo che indossava un berretto scuro e occhiali da sole e che le aveva consegnato un buono taxi.

Nella ripresa l'uomo chiede qualcosa da bere al bancone di un bar, si avvicina a un tavolo dove viene poi raggiunto dalla 25enne indonesiana Siti Aishah.

Almeno una delle due donne accusate dell'aggressione a Kim sarebbe fuggita in taxi dopo l'omicidio.

(Redazione Online/D)

IL PROCESSO:

L'OMICIDIO:

© Riproduzione riservata