L'emergenza siccità che secca mandorli, prosciuga pozzi e mette a dura prova ulivi e vigne fa risorgere il comitato di "Su Tuvu": 155 proprietari di terre coltivate rilanciano un vecchio progetto per l'utilizzo delle acque depurate nell'impianto che domina queste campagne attorno a Nuoro.

Ora finiscono nella diga di Pedra 'e Othoni, riserva idrica della Baronia e di altri centri, comunque lontane dalle terre di Badde Manna, Sa Mendula, Badde Merzioro, Mughina: trecento ettari dove, come ovunque quest'anno, le piante muoiono o boccheggiano.

"Siamo in una situazione pazzesca", dice Cosimo Dessena, portavoce del comitato. "Parliamo di tre milioni di metri cubi d'acqua l'anno. Non sono persi, ma lo sono per il nostro territorio".

IL PROGETTO - L'idea del riutilizzo dei reflui è stata adottata dal comitato già alcuni anni fa.

"C'è un progetto del Consorzio di bonifica della Sardegna centrale per l'irrigazione di soccorso, va naturalmente aggiornato", spiega Dessena, infermiere in pensione, presenza quotidiana a Badde Manna.

"Il depuratore di Su Tuvu è nato come progetto pilota prevedendo il riutilizzo delle acque reflue depurate a scopo irriguo. Quando il depuratore è stato ultimato - ricorda - abbiamo avuto un tavolo tecnico con l'allora giunta Bianchi. Il Comune e il Consorzio hanno chiesto un finanziamento di 3,5 milioni di euro nell'ambito del Por. Ma la Regione ha detto no perché il depuratore non era collaudato. Lo è stato nel 2013, abbiamo ripresentato la domanda, ma senza avere risposta". Il 21 aprile 2016 l'ultimo incontro.

LA NECESSITÀ - L'emergenza fa ripensare a quel progetto incompiuto.

"Ora le nostre campagne stanno morendo. Le normative comunitarie prevedono l'obbligo del riutilizzo in agricoltura della acque depurate. In questo caso oltre alle ricadute positive dal punto di vista ecologico e agrario, ci sono benefici di natura sociale. Campagne vissute e popolate significano minore permeabilità per la delinquenza, prevenzione anticendi, conservazione di antichi saperi, preservazione dei suoli e dei paesaggi", sottolinea Dessena richiamando anche le nuove possibilità di lavoro legate all'accoglienza turistica rurale.

L'APPELLO - Il comitato richiama gli auspici già messi per iscritto in una lettera del 2015. Destinatari gli assessori regionali all'Agricoltura e all'Ambiente, il Consorzio di bonifica, Enas e gli amministratori comunali.

"Speriamo in qualche pioggia per salvare le piante. L'anno scorso io, come altri, non ho raccolto nemmeno un'oliva. Perciò - annuncia Dessena - siamo decisi a portare avanti la nostra battaglia".

Marilena Orunesu

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