A dare il benvenuto ai turisti c'è una struttura pericolosa che continua a perdere calcinacci.

Dentro c'è di tutto: cibo, nasse, reti da pesca, indumenti, elettrodomestici, pneumatici, polistirolo e bombole arrugginite.

È la spiaggia della Caletta, a ridosso della scogliera di Capo San Marco.

La perla della costa cabrarese è diventata un cumulo di rifiuti.

Un angolo di paradiso sporco e abbandonato all'interno dell'Area marina protetta del Sinis.

Eppure le risorse per pulire e mettere in sicurezza quella zona c'erano: 200mila euro di fondi Europei.

Chi spiega cosa è successo è il sindaco di Cabras Cristiano Carrus: "Durante una conferenza di servizi convocata da vari enti per esaminare il progetto di riqualificazione di quell'edificio avevamo scoperto che la struttura non era di proprietà dell'amministrazione ma del Demanio, che a sua volta l'aveva consegnata alla Soprintendenza. A quel punto avevamo utilizzato le risorse per altro".

Il sindaco intanto ha promesso di chiedere alla Soprintendenza di poter mettere mano in quella struttura: "Se la risposta sarà positiva faremo di tutto per cercare di reperire i fondi. Quella spiaggia deve essere messa al sicuro".
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