Il ricovero in vista dell'imminente travaglio era arrivato il 28 settembre scorso: una giovane migrante richiedente asilo aveva spiegato ai medici dell'ospedale Santissima Trinità di sentire "forti dolori, soprattutto alla schiena", tali da spingerla a chiedere più volte il "cesareo". Insistenze cadute nel vuoto, mancando la consulenza anestesiologica. Il parto naturale era cominciato alle 12 e si era concluso alle 16,31. Cinque ore dopo però il neonato era morto. Perché?

L'INCHIESTA - Per rispondere alla domanda il pm Nicoletta Mari ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo contro ignoti. Iniziativa presa dopo l'arrivo dell'esposto preparato dall'avvocato Adriano Sollai per conto della donna: un resoconto del ricovero, del travaglio, della nascita e della disgrazia. È possibile che il pm acquisisca le cartelle cliniche per ricostruire la vicenda e poi, in futuro, si rivolga a un consulente che chiarisca cosa sia accaduto e se si possano ravvisare eventuali profili di responsabilità in capo a qualcuno. Intanto i funerali del neonato saranno celebrati oggi.

IL RICOVERO - Dalla denuncia depositata il 4 ottobre nella caserma dei carabinieri di Stampace risulta che la donna il 28 settembre alle 21 era stata accompagnata nel reparto di Ostetricia e ginecologia dell'ospedale Santissima Trinità per aver rotto le acque. La dottoressa di turno aveva eseguito gli accertamenti diagnostici, quali il tracciato, per verificare il battito cardiaco del bimbo. Poi la gestante era stata messa a letto e raggiunta alle 22 da alcune conoscenti, rimaste con lei sino all'una del mattino, quando il medico aveva spiegato che il parto non sarebbe avvenuto quella notte. Le insistenti richieste di cesareo però erano state respinte dall'anestesista perché, come riportato nella denuncia, "non era stato fatto il colloquio durante la pre ospedalizzazione come previsto dal protocollo ospedaliero".

LA NASCITA - Fino alle 8 del mattino del 29 la futura madre aveva dovuto assumere molti antidolorifici, poi era stata trasferita in sala travaglio. "Stavo molto male". Ma l'ostetrica le diceva di resistere "perché ancora non erano arrivate le contrazioni". Altra richiesta di cesareo e altro rifiuto per la mancanza "della consulenza anestesiologica". Le doglie erano sopraggiunte alle 12 dando il via al parto naturale, terminato alle 16,30 con la nascita del bimbo.

LA MORTE - Ma il piccolo "non piangeva, veniva intubato e trasferito al Policlinico universitario nel reparto di terapia intensiva neonatale". Quindi la notizia del suo trasferimento "a Sassari" avendo "riportato danni cerebrali durante il parto". Alle 21,30 la morte, notizia data alla madre alle 10,30 del giorno successivo.

An. M.

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