I frati mancano da un anno, ma a tenere aperta la chiesa di San Francesco ci pensano i volontari.

In particolare, quelli che fanno parte dei gruppi Scout, Milizia dell'Immacolata, Ordine francescano secolare, Cori.

Sono loro, in accordo con l'Ordine dei "frati neri", a fare i turni per l'apertura quotidiana (dalle 8.30 alle 12 e dalle 17 alle 19) e la cura della chiesa, con le opere custodite al suo interno, tra cui il prezioso retablo di Antioco Mainas.

Un'azione di volontariato per non disperdere ciò che - per la città, ma non solo - rappresenta molto più di un patrimonio culturale e artistico.

L'attaccamento della città al luogo di culto dedicato a San Francesco è stato confermato anche pochi giorni fa: grande partecipazione, il 4 ottobre, alla messa presieduta da monsignor Giovanni Paolo Zedda in occasione della festa del patrono d'Italia.

È stata una scelta del tutto naturale, per loro, rimboccarsi le maniche quando Iglesias ha dovuto dire addio ai tre frati presenti da anni in città.

"In certi momenti ci siamo sentiti soli - ammette Elena Demontis, capo scout - ma, seppure di fronte alle difficoltà, non ci perdiamo d'animo e andiamo avanti. Continuiamo nella prospettiva che ci sia un ritorno dei frati".
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